Società multiculturali e multietniche: problematiche connesse alla tutela dei diritti fondamentali (con specifico riferimento al diritto alla vita, al diritto al giudice, al diritto di proprietà, alla libertà di espressione e di religione). Analisi delle legislazioni e delle giurisprudenze dei giudici comuni nazionali, delle Corti costituzionali e delle Corti europee.
Progetto La ricerca si propone di comparare fra di loro – esplorando le aree di convergenza, divergenza e talora di possibile contrasto fra giurisprudenze nazionali e sopranazionali – le decisioni dei giudici comuni nazionali, delle Corti costituzionali, della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di giustizia delle Comunità europee in tema di diritti fondamentali, avendo riguardo, in particolare, al diritto alla vita, al diritto al giudice, al diritto di proprietà ed alle libertà di espressione e di religione.
Le giurisdizioni costituzionali interne e le giurisdizioni sopranazionali sui diritti operano su terreni spesso diversi: le prime – quantomeno nei Paesi che non conoscono il ricorso individuale diretto per violazione di diritti – operano sul terreno “astratto” della compatibilità delle leggi con le garanzie costituzionali, le seconde sul terreno concreto della tutela di diritti nell’ambito di vicende e di rapporti singoli. Una effettiva tutela dei diritti fondamentali richiede tuttavia, in concreto, la sinergia e l’armonizzazione degli interventi normativi e giurisprudenziali concernenti tutti i diversi ordinamenti implicati, e comunque il superamento di eventuali profili di contrasto fra di essi. Ciò è avvenuto laddove mutamenti giurisprudenziali sono stati giustificati proprio sulla base della necessità di ottenere tale “armonizzazione”: la Corte costituzionale italiana, con le sentenze nn. 348 e 349 del 2007, si è ad esempio discostata dai propri precedenti in tema di congruità dell’indennità di espropriazione in considerazione, tra l’altro, della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (decisione del 29 marzo 2006, causa Scordino contro Italia).
Un fenomeno analogo è peraltro ravvisabile anche nella giurisprudenza dei giudici comuni, istituzionalmente investiti, come pure le Corti europee, di controversie aventi ad oggetto singoli rapporti (v., ad esempio, la sentenza della Corte di cassazione italiana n. 21748 del 16 ottobre 2007).
A propria volta, le giurisprudenze della Corte di giustizia delle Comunità europee e delle Corti costituzionali si trovano oggi ad affrontare in misura crescente problemi di salvaguardia o di bilanciamento dei diritti fondamentali, che fanno parte dell’ordinamento comunitario sia in quanto costitutivi dei principi del diritto costituzionale comuni agli Stati membri, sia in quanto garantiti dalla Convenzione europea dei diritti (a sua volta espressamente richiamata dai Trattati comunitari), sia infine in quanto tutelati dal Trattato di Lisbona, la cui entrata in vigore è ormai imminente. L’intreccio fra diritto interno e diritto comunitario (con il primato a questo riconosciuto) e fra giurisprudenza della Corte dei diritti di Strasburgo e giurisprudenza della Corte di giustizia di Lussemburgo (pur in attesa, ancora, della formale adesione dell’Unione alla CEDU) pone non di rado nuovi problemi nel campo dei diritti fondamentali, che la presente ricerca si propone di indagare.