Aspetti Geomorfologici e Geoarcheologici del cambiamento climatico nel corso dell’Olocene, tra Alpi, Pianura padana ed Appennino settentrionale.
Progetto Vi è oggi un profondo interesse da parte del mondo scientifico per comprendere i meccanismi del cambiamento climatico in atto e le sue possibili conseguenze sull’umanità in un pianeta sempre più popolato e di risorse non illimitate. In tale contesto, le scienze della terra giocano un ruolo di primo piano poiché sono in grado di ricostruire, le variazioni climatiche nel passato ed inferire i complessi meccanismi cui queste sono dovute, ponendosi in ultima analisi il problema di quale sia stato il rapporto fra umanità e clima e se e da quando il lavoro dell’uomo ne abbia influenzato i cambiamenti.
I proponenti intendono indagare su questo tema su base geomorfologica, dendrogeomorfologica, glaciologica e geoarcheologica mettendo a confronto tra loro aree particolarmente sensibili e concentrando l’attenzione su fasce cronologiche critiche.
Per quanto riguarda gli aspetti geomorfologici e glaciologici si opererà prevalentemente sulle Alpi, catena montuosa relativamente poco antropizzata, in particolare nei settori valtellinese e valdostano. Si analizzeranno le variazioni areali e volumetriche di diversi ghiacciai, considerati validi indicatori paleoambientali, scelti in base alla loro rappresentatività (caratteristiche tipologiche, ad esempio “ghiacciai neri” e “ghiacciai bianchi”). L’utilizzo di metodologie strettamente glaciologiche permetterà di ricostruire le variazioni climatico-ambientali degli ultimi decenni, mentre l’applicazioni di metodologie dendrocronologiche permetterà di esaminare gli ultimi centinaia/migliaia migliaia di anni. Le indagini dendrocronologiche contribuiranno a fornire datazioni e ad individuare il segnale climatico sia in area alpina sia in aree appenniniche e di pianura anche in contesti geoarcheologici. Al centro pianura padana, progetti a lungo termine come lo scavo geoarcheologico di Poviglio e numerosi recenti interventi di archeologia preventiva offrono la possibilità di indagare con una ricchezza di dati non disponibile prima d’ora la dinamica fluviale e l’uso del suolo ( deforestazione ed uso agricolo tra Atlantico e Suboreale ed fra VI e XV sec AD). Il tradizionale rilievo geomorfologico verrà integrato con tecniche pedoarcheologiche e geofisiche avanzate. Parallelamente i rapporti fra cambiamento climatico, deforestazione e grandi fenomeni franosi nel Sub Boreale, nel Sub Atlantico e tra VI e XVI AD verranno studiati nell’ Appennino tosco emiliano
Le aree oggetto della ricerca sono poste alla cerniera fra L’Europa ed il Mediterraneo, pur strettamente correlate grazie alla contiguità geografica, permettono di studiare il cambiamento climatico in situazioni differenziate e pertanto di ampliare lo spettro degli archivi ( paleoclimatici ed archeologici) che si possono investigare. Mettono inoltre a confronto aree in cui l’attività antropica e’ stata marginale o ininfluente ( ghiacciai alpini ed Alpi) con altre nelle quali essa è stata rilevante fin dall’inizio del periodo preso in esame (Val padana ed Appennino).