La discriminazione etnica e razziale, che è venuta recentemente ad assumere un rilievo crescente, soprattutto come conseguenza della intensificazione dei fenomeni immigratori internazionali, è fenomeno sociale particolarmente complesso. Le prime difficoltà riguardano già la definizione della nozione giuridica di "razza" e di "etnia".
L'analisi delle problematiche connesse al fenomeno discriminatorio richiederà, anzitutto, un approfondito studio del quadro normativo, tanto nazionale quanto comunitario. Tuttavia, non ci si limiterà ad una mera raccolta delle norme vigenti, ma, nella ricerca, si tenterà di individuare le linee di tendenza, nonché i principi comuni che possono essere ricavati dalla giurisprudenza.
L'azione comunitaria, dapprima espressa attraverso atti non giuridicamente vincolanti, si è recentemente sviluppata grazie all'inclusione nel Trattato di Amsterdam dell'art. 13 TCE, nell'adozione di atti legislativi: ci si riferisce all'approvazione delle direttive 2000/43 e 2000/78 CE.
Spunti utili potranno essere ricavati anche dall'analisi dell'art. 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e della relativa giurisprudenza della Corte edu, che recentemente ha utilizzato la norma indicata quale autonomo parametro di giudizio.
Quanto alla normativa nazionale, un posto di primario rilievo è sicuramente ricoperto dai decreti legislativi nn. 215 e 216 del 2003. In particolare, significativa è la previsione relativa alla istituzione di un organo per la promozione della parità di trattamento, cui sono attribuite importanti funzioni di controllo (UNAR). L'ufficio è, inoltre, abilitato a fornire assistenza, nei procedimenti giurisdizionali o amministrativi intrapresi, alle persone che si ritengono lese da comportamenti discriminatori, nonché a formulare raccomandazioni e pareri su questioni connesse alle discriminazioni e a proporre modifiche della normativa vigente.
Obiettivo della ricerca è di ricostruire il quadro degli strumenti e delle metodologie di prevenzione e contrasto delle discriminazioni razziali, muovendo, come detto, da una ricognizione del quadro normativo. Nell'esame della tematica si dovranno necessariamente affrontare le problematiche riguardanti l'art. 3 Cost., che vieta qualsiasi discriminazione fondata sulla razza.
Si dovrà tenere presente, soprattutto, come le discriminazioni, attualmente, non si manifestino più tanto nella forma diretta, quanto piuttosto in quella indiretta, che risulta maggiormente insidiosa. Le discriminazioni indirette si hanno, infatti, qualora l'utilizzo di criteri apparentemente neutri, e necessari per l'applicazione di una specifica disciplina, determinino, nei fatti, conseguenze discriminatorie a carico di talune categorie di soggetti.