Il selenio è un elemento controverso: da un lato è un nutriente essenziale per mammiferi e uccelli, in quanto componente di diverse selenoproteine/selenoenzimi (fra cui la glutatione perossidasi) nelle quali viene incorporato in maniera specifica sotto forma di selenocisteina. D'altro canto il selenio può essere tossico se presente in quantità eccessiva negli alimenti e nei mangimi, già a dosi pari a circa 10 volte i fabbisogni. Per i broilers, i dosaggi raccomandati dall'NRC (1994) sono pari a 0.15 mg Se /kg di razione, durante l'intero periodo di accrescimento. Nonostante tali fabbisogni siano spesso soddisfatti anche senza necessità di integrazioni, le diete per le specie avicole sono comunemente supplementate con selenio, tradizionalmente sotto forma inorganica come selenito di sodio. Recentemente hanno ricevuto notevole attenzione anche le fonti alimentari di selenio organico. Si tratta di prodotti a base di ceppi inattivati di Saccharomyces cerevisiae, contenenti selenio sotto forma di selenometionina. Recenti studi hanno messo in evidenza come il selenio proveniente da tali fonti organiche sia maggiormente biodisponibile rispetto al selenio da fonti inorganiche. Diversamente dal selenito di sodio, che rappresenta un buon substrato per la formazione di selenoproteine, la selenometionina non è utilizzata direttamente per la sintesi specifica di selenoproteine, ma viene incorporata in maniera non specifica nelle proteine corporee animali, al posto della metionina, determinando una maggiore deposizione di selenio nei tessuti animali, specialmente in organi quali fegato e reni (Cattaneo et al., 2008). Dato che per il selenio il margine fra i livelli di tossicità cronica e i fabbisogni è molto stretto, è estremamente importante evitare errori di formulazione o di overdose che possono determinare problemi di tossicità per gli animali e/o di accumulo nei prodotti animali con conseguente rischio di eccessivo arricchimento di selenio nella catena alimentare umana.
Scopo del progetto è la valutazione degli effetti di diverse fonti di selenio per broilers: a) inorganico (selenito di sodio) e b) organico (lievito inattivato come fonte di selenometionina), somministrato a diversi dosaggi, sulle performances di accrescimento, su indicatori dello stato del selenio (concentrazione plasmatica di selenio, misurazione dell'attività della glutatione perossidasi plasmatica) e sulla deposizione di selenio in tessuti e organi edibili (muscolo, fegato, pelle, rene). La prova avrà la durata di 8 settimane. La determinazione della concentrazione di selenio nel siero e negli organi e tessuti verrà effettuata mediante ICP-AES (inductively coupled plasma atomic emission spectrometry) (Machat, 2002).