Analisi morfometrica del piede equino: correlazione tra misure radiografiche ed incidenza di patologie osseee e tenodesmiche osservate in RM
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Data di Pubblicazione:
2012
Citazione:
Analisi morfometrica del piede equino: correlazione tra misure radiografiche ed incidenza di patologie osseee e tenodesmiche osservate in RM / D. De Zani, D. Zani, G. Ravasio, C. Polidori, M. Di Giancamillo. ((Intervento presentato al 18. convegno SIVE tenutosi a Bologna nel 2012.
Abstract:
Scopo del lavoro. Modificazioni della fisiologica conformazione del piede, di natura congenita, a seguito di patologie, di errori di pareggio e/o ferratura possono determinare significative alterazio- ni biomeccaniche. In letteratura sono riportati studi in cui viene indagata l’associazione tra aspetto dello zoccolo e incidenza di lesioni catastrofiche o tra conformazione dell’arto e durata media del- la carriera sportiva. In nessuno studio vengono però correlate misurazioni scheletriche e incidenza di patologie ossee e tenodesmiche. L’esistenza di tale correlazione potrebbe fornire al veterinario un utile strumento interpretativo dei radiogrammi in grado di potenziarne l’intrinseco valore diagno- stico. Scopo del lavoro è dimostrare l’esistenza di una correlazione tra diverse tipologie di lesioni, sia tenodesmiche che scheletriche, utlizzando la Risonanza Magnetica (RM) come “gold standard” e alterazioni dei rapporti morfometrici del piede indagati mediante esame radiografico.
Materiali e metodi. Nello studio sono stati inclusi soggetti affetti da zoppia anteriore a carico del piede, abolita per mezzo dell’anestesia perineurale dei nervi digitali palmari bassi o intra-articolare della DIPJ, in cui siano stati effettuati sia un esame radiografico che la tomografia a RM. È stato condotto uno studio preliminare di ripetibilità intra-osservatore e inter-osservatore al fine di valida- re il sistema di misurazione. Sono state escluse dallo studio tutte le misurazioni influenzate da al- tezza e peso dei soggetti. Due operatori hanno effettuato valutazioni morfometriche nelle proiezio- ni LM e DPa considerando 21 diverse misurazioni e calcolandone alcune ratio. Sono stati quindi re- visionati i reperti RM dei soggetti inclusi nello studio. Infine, sono state valutate la presenza e la gravità di lesioni a carico di differenti strutture alle quali è stato assegnato un punteggio da 0 (le- sione assente) a 3 (lesione grave). Le strutture esaminate sono state: Tendine Flessore Profondo del Dito (DDFT), Legamento Impari Distale (DSIL), Legamento Collaterale del Navicolare (CSL), Le- gamenti Collaterali (CLs) della DIPJ, Corticale Flessoria e Spongiosa ossea dell’osso Navicolare (NBm). I dati ottenuti sono stati sottoposti ad indagine statistica mediante correlazione semplice tra variabili e patologie riscontrate nelle differenti strutture utilizzando il software SAS. Successiva- mente per ogni patologia è stato costruito un albero di classificazione (CART) utile per effettuare previsioni circa l’incidenza della patologia stessa in funzione di differenti variabili direttamente identificabili con le misurazioni radiografiche effettuate in precedenza, o ottenute per mezzo di tra- sformazioni lineari di queste.
Risultati. Sono stati esaminati 93 soggetti di razza, età, sesso e attitudine differenti per un totale di 125 piedi. Di questi, ne sono stati eliminati dallo studio 51 a causa della lieve obliquità delle proiezioni radiografiche. Le misurazioni sono quindi state effettuate in 52 soggetti per un totale di 74 piedi. È stata verificata l’esistenza di una correlazione statisticamente significativa tra lesioni a carico di DDFT, CSL, CL della DIPJ, NBm, margine prossimale e distale del navicolare e alcune delle variabili radiologiche esaminate quali l’angolo palmare, la ratio tra spessore del navicolare e spessore della corticale flessoria, tra lunghezza del navicolare e lunghezza dell’estensione del margine prossimale e quello distale, il “joint tilt” tra P2 e P3 e il rapporto tra lunghezza totale del pie- de e della punta. La validazione dei CART, eseguita secondo la modalità denominata “resubstitu- tion”, ha restituito per ogni singola patologia una performance predittiva del modello pari o supe
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
D. De Zani, D. Zani, G. Ravasio, C. Polidori, M. Di Giancamillo
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