La sorveglianza ambientale di polio e altri enterovirus in Lombardia nel programma OMS di eradicazione globale della poliomielite.
Progetto La realizzazione del progetto OMS di eradicazione globale della poliomielite prevede che in ogni Stato membro accanto all’impiego sistematico e, ove necessario, potenziato della vaccinazione antipoliomielitica venga sorvegliata la circolazione dei poliovirus nella popolazione. A questo scopo in Italia è attiva, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, la rete di sorveglianza della paralisi flaccida acuta (PFA) volta ad accertare l’eventuale eziologia da poliovirus di tutti i casi di PFA insorti in soggetti da 0 a 15 anni. Sulla base dei risultati di questa attività nel 2002 è stato certificato lo stato “polio free” del nostro Paese e della regione europea dell’OMS. L’Italia è a rischio di importare poliovirus selvaggi da aree tuttora endemiche per poliomielite e di reintrodurre poliovirus derivati dai ceppi attenuati di Sabin (VDPV) da Paesi che vaccinano ancora con OPV; pertanto dal 2006 alla sorveglianza della PFA si è affiancata in alcune regioni italiane una sorveglianza ambientale basata sull’analisi sistematica di reflui urbani per la ricerca di poliovirus e parallelamente di enterovirus non poliomielitici (NPEV).
In Lombardia entrambe le attività fanno capo al Dipartimento Sanità Pubblica-Microbiologia-Virologia sotto la responsabilità del proponente del presente progetto di ricerca. Campioni di liquame in ingresso ai due principali depuratori di Milano vengono raccolti con cadenza quindicinale ed esaminati seguendo le linee guida dell’OMS che prevedono la concentrazione per separazione bifasica e la semina degli estratti in almeno due linee cellulari seguita dalla caratterizzazione antigenica e genomica degli stipiti isolati. L’osservazione che il completamento delle indagini richiede non meno di 3 settimane e che viceversa una rapida identificazione della presenza di poliovirus selvaggi o di VDPV è determinante per la limitazione della loro circolazione ha suggerito di saggiare l’efficienza della più rapida ricerca dell’RNA virale confrontandone gli esiti con quelli delle prove di isolamento. Risultati preliminari relativi a NPEV hanno suggerito che la sostituzione dell’estrazione con cloroformio-fenolo dell’ RNA virale con metodi impieganti una matrice di silice potrebbe incrementare la sensibilità della ricerca svolta direttamente sul campione originale e quindi la rapidità della diagnosi.
Obiettivo – Valutare l’efficienza della ricerca dell’RNA virale mediante RT-PCR in campioni di liquame nell’identificare rapidamente la presenza di poliovirus.
Disegno - Lo studio prevede l’analisi dei campioni di liquame collezionati e stoccati negli anni precedenti e di tutti quelli raccolti in un anno nell’ambito della sorveglianza ambientale per PV e NPEV ed esaminati secondo il protocollo OMS.
Gli esiti della RT-PCR (regione 5’ NCR) svolta sui campioni originali sottoposti a diversi metodi di estrazione degli RNA virali e sui surnatanti della colture cellulari verranno confrontati con quelli delle prove di isolamento.