Studio dei meccanismi intracellulari coinvolti nella resistenza ai farmaci somatostatinergici e dopaminergici nei pazienti con adenomi ipofisari
Progetto Presupposti: Studi in vitro hanno dimostrato che la somatostatina (SS) e la dopamine (DA), oltre ad inibire la secrezione ormonale, esercitano effetti citotossici e citostatici in numerose linee cellulari, attivando i recettori della somatostatina tipo 2 (SST2) e tipo 5 (SST5), e il recettore dopaminergico tipo 2 (DRD2), espressi nella maggioranza dei tumori neuroendocrini, quali i tumori ipofisari e quelli gastroenteropancreatici (GEP). Su questa base i farmaci agonisti di SSTR2 e SSTR5, quali l’octreotide, e DRD2, quali la cabergolina, sono utilizzati nella pratica clinica, anche se con frequenza ed entità di risposta estremamente variabili. Infatti, circa il 10% dei pazienti con prolattinoma ed il 30% dei pazienti con acromegalia sono resistenti alla cabergolina e all’octreotide, i tumori ipofisari non funzionanti e secernenti ACTH non sono responsivi, pur esprimendo SST2, SST5 e DRD2, mentre nei tumori GEP si assiste a rapida desensitizzazione all’azione dell’octreotide. I dati della letterature escludono la presenza di mutazioni dei geni SST2, SST5 e DRD2 come causa di resistenza.
Obbiettivo: L’obbiettivo principale è l’identificazione dei meccanismi molecolari coinvolti nella variabilità di risposta al trattamento con i farmaci somatostatinergici e dopaminergici in pazienti con tumori neuroendocrini di diversa natura. L’identificazione di questi eventi potrebbe fornire indicazioni per l’ideazione di nuovi target terapeutici.
Descrizione: Lo studio prevede la collaborazione tra unità principalmente dedicate alla ricerca clinica in endocrinologia e gastroenterologia ed unità con competenze di biologia molecolare e cellulare applicata. Lo studio verrà condotto su culture cellulari primarie ottenute da tumori rimossi chirurgicamente da pazienti in cui verrà valutata la diversa risposta alla terapia medica in termini di riduzione della secrezione ormonale e della massa tumorale e l’espressione recettoriale in vivo con tecniche di imaging. Verranno arruolati tutti i pazienti afferenti alle UO e sottoposti ad intervento chirurgico presso la Fondazione. Si valuterà se la mancata risposta clinica sia dovuta a fenomeni genetici o epigenetici che determinino una ridotta espressione/funzione recettoriale. In particolare, si valuterà: 1) l’esistenza di varianti polimorfiche di SST2, SST5 o DRD2 responsabili di una alterata stabilità del mRNA o proteina, 2) la possibile ipermetilazione dei geni di interesse, che presentano numerose CpG islands nei promoters, 3) l’espressione di proteine associate al citoscheletro, quali la filamina A, necessarie per il targeting del recettore alla membrana e 4) il ruolo di proteine scaffold coinvolte nei processi di desensitizzazione, quali la beta-arrestina , per la generazione di segnali intracellulari specifici quali MAPK and JNK. I risultati verranno analizzati in dettaglio con esperimenti di transfezione e silenziamento genico in appropriate linee cellulari.