Studio dell’evoluzione della steatosi epatica in fibrosi nei pazienti obesi sottoposti ad intervento bariatrico: ruolo del ferro.
Progetto L’obesità è una patologia a diffusione ormai epidemica, gravata da severe complicazioni multi organo, riconducibili allo sviluppo di insulino resistenza. L’entità del fenomeno è tale da farlo annoverare tra le priorità sociali e sanitarie. Sempre maggiori evidenze indicano che più del 90% degli obesi presentano interessamento epatico con steatosi (NAFLD: nonalcoholic fatty liver disease), che può evolvere in steatoepatite non alcolica e potenzialmente a cirrosi epatica.
Il Ferro svolge un ruolo chiave nella genesi delle epatopatie croniche. Il sovraccarico di ferro provoca danno epatico inducendo uno stress ossidativo, con una catena di reazioni responsabili dell’ evoluzione, della steatosi epatica non alcolica in fibrosi/cirrosi
Vi è inoltre negli epatociti una stretta interdipendenza tra il metabolismo del ferro e quello del glucosio.
Un terzo dei pazienti con NAFLD ha livelli elevati di ferritina, che provoca fibrosi epatica in tutte le forme di epatite. Oltre il 90 % dei pazienti grandi obesi sono affetti da NAFLD. In uno precedente studio inoltre si è evidenziato che in una serie di pazienti con NAFLD il rischio di steatoepatite (NASH) aumentava parallelamente all’aumento della ferritina e delle concentrazioni epatiche di ferro.
Verranno arruolati per questo studio 100 consecutivi pazienti grandi obesi da sottoporre a bendaggio gastrico regolabile laparoscopico. Durante l’intervento verrà effettuata una biopsia epatica, valutando nel campione bioptico la concentrazione epatica di ferro e la severità della NAFLD o NASH. Verranno inoltre dosate transferrina e ferritina ematiche. I pazienti saranno seguiti prospetticamente, il danno epatico monitorato con test funzionali ed ecografia epatica nei primi due anni. Verrà inoltre valutata la relazione tra sovraccarico di ferro e insulino-resistenza.
Nel corso dello studio verrà effettuata una seconda biopsia per valutare l’effetto del dimagramento ed alterazione del profilo metabolico sul danno epatico e sull’espressione dei geni studiati prima della terapia bariatrica.
Con il calo ponderale ci si attende una riduzione di volume epatico, una diminuzione della steatosi epatica, nonché un miglioramento degli indici di funzionalità ed un decremento del sovraccarico di ferro, con una finale riduzione del rischio di evoluzione in fibrosi epatica. La conferma di tali risultati appare particolarmente rilevante dal punto di vista della conoscenza ma anche e soprattutto come impatto sociale e sanitario.