La ricerca mira a proseguire ed approfondire lo studio dei paesi dell'Europa centro-orientale dal punto di vista della loro evoluzione politico-istituzionale. Particolare attenzione verrà prestata alla situazione delle libertà politiche ed elettorali, alla tutela in via giurisdizionale dei diritti, alle dinamiche della forma di governo, alla protezione delle minoranze. I paesi oggetto dell'esame saranno sia i nuovi membri dell'Unione europea che la Russia e alcuni paesi dell'area balcanica.
L'adesione di 10 paesi post-socialisti all'Unione europea non ha fatto venire meno l'esigenza di monitorare un percorso istituzionale che ancora molto risente del passato. Delicata è ad esempio la situazione di molte minoranze, la cui tutela rischia di rimanere spesso solo sulla carta. I problemi di armonizzazione col diritto europeo proseguono anche dopo l'adesione, come testimonia il vivace dialogo tra le corti costituzionali interne e le corti europee (sia la Corte di Strasburgo del Consiglio d'Europa che la Corte di Lussemburgo) su questioni di grande rilievo costituzionale, come la tutela del nucleo fondamentale dei testi costituzionali, la salvaguardia della sovranità nazionale, e così via.
Il percorso di "europeizzazione", sia istituzionale che culturale, dei paesi ai margini dell'Europa dei 25 è in alcuni casi lento, ma costante, mentre pesanti dubbi sull'esistenza di una vera e propria forma di Stato liberal-democratica gravano sui paesi dell'ex Unione sovietica ora membri della Comunità di Stati indipendenti.
Lo studio di tutti questi paesi continua a rivelarsi proficuo per il costituzionalista attento alla circolazione dei modelli ed alla loro contaminazione nel passaggio verso altre zone dell'Europa, con tradizioni più limitate di Stato di diritto e democrazia.
I fondi richiesti finanzieranno tra l'altro traduzioni, missioni all'estero e in Italia, missioni di colleghi stranieri, partecipazioni a convegni e seminari, contributi a pubblicazioni.