Il tema degli abbandoni scolastici è tra i più rilevanti dal punto di vista delle politiche dell¿istruzione: l¿abbandono, impedendo l¿accesso al titolo di studio, annulla i ritorni all¿investimento formativo, e come tale rappresenta un fallimento sia per gli studenti e le famiglie, che per le istituzioni scolastiche. In un sistema scolastico in cui il tasso di abbandono è elevato, inoltre, si crea incertezza riguardo al possibile esito dell¿investimento stesso, e aumenta l¿importanza delle informazioni disponibili in merito ai vari corsi di studio (Eriksson e Jonsson 1996).
La ricerca proposta si concentra sugli abbandoni universitari, e sulle strategie con cui gli atenei milanesi cercano di tenere il fenomeno sotto controllo. Infatti, nonostante l¿Italia presenti il tasso di abbandono universitario più elevato tra i paesi sviluppati (Arum et al. 2006), il problema è poco studiato dal punto di vista sistematico. La letteratura sul tema, prevalentemente confinata agli ambiti specialistici, sembra essere diminuita a partire dagli anni 90, dopo una discreta fioritura nei due decenni precedenti (Besozzi 2006, cap. 5): studi recenti, sia su dati amministrativi che su dati campionari, mostrano che, pur essendo diminuito leggermente negli ultimi 10 anni, il tasso di abbandono rimane molto elevato, poco al di sotto del 40% (Bottega 2007; Ballarino, Bison e Schadee 2007).
Il progetto, che si inserisce in un filone di ricerca sulla situazione e le strategie degli atenei milanesi avviato ormai da diversi anni (Ballarino e Regini 2005; Ballarino e Perotti 2007), ha un duplice obiettivo. Esso si propone:
a) di descrivere, sulla base dei dati amministrativi forniti dalle università, l¿andamento degli abbandoni negli ultimi anni accademici, scomponendoli per facoltà, tipologia di corso e (nei limiti consentiti dai dati) tipologia di studente. In particolare si intende verificare se e in quale misura la transizione alla nuova struttura dei curricula, con la sostituzione della laurea di 4-6 anni con il nuovo sistema a due livelli (il cosiddetto ¿3+2¿) abbia diminuito il tasso di abbandoni, proseguendo quindi il trend alla diminuzione già osservato alla fine degli anni 90, subito prima della riforma.
b) di studiare, tramite interviste a testimoni privilegiati e studio della documentazione disponibile, la valutazione che gli atenei danno del fenomeno e le strategie con cui lo affrontano. A lungo, infatti, il problema degli abbandoni è stato sottovalutato dai responsabili delle politiche universitarie, sia al centro che nelle singole istituzioni. La riforma dei curricula, d¿altra parte, lo ha messo al centro dell¿attenzione e la crescente attenzione per la valutazione comparata degli atenei, che molto spesso considera il tasso di abbandono come uno dei principali indicatori di efficacia, le ha imposto ai responsabili delle diverse sedi.