Realizzazione di una xenomatrice biologica per la ricostruzione ureterale mediante tecniche di decellularizzazione e di ingegneria tessutale
Progetto L¿aumento dell¿incidenza delle lesioni ureterali, siano esse iatrogene, congenite o acquisite, riflette una condizione sempre più frequente nella normale ¿practice¿ urologica. Tali lesioni possono esitare in formazione di urinomi, fistole, stenosi del canale ureterale e necrosi con successiva perdita di sostanza e possibile infezione. Meno frequente è la completa avulsione dell¿uretere di natura iatrogena. In ogni caso la presenza di complicanze peri e postoperatorie conseguente a riparazione ureterale impone la ricerca di nuove strade terapeutiche per la ricostruzione d'organo. In questo studio ci si propone l¿utilizzo di una xenomatrice decellularizzata sulla quale permettere la colonizzazione di cellule uroteliali autologhe per ricostruire la struttura uroteliale da reimpiantare. Il processo di decellularizzazione è lo step fondamentale e cruciale, consentendo di ovviare al problema di una reazione avversa immunomediata post trapianto e allo stesso tempo di conservare i componenti strutturali della matrice extracellulare per garantire un sufficiente supporto biomeccanico ed una appropriata colonizzazione cellulare successiva. METODO: la xenomatrice di ovino verrà decellularizzata con la seguente tecnica: lavaggio con soluzione iodica povidone e di PBS x 30 minuti. Incubazione a 4° C. supplementata con soluzione antibiotica (1.2 mg amikacina, 3 mg flucitosina, 1.2 mg vancomicina, 0.3 mg ciprofloxacina, 1.2 mg metronidazolo). Immersione in soluzione di EDTA (0.02%) e tripsina (0.05%) a 37° C, 5% CO2 a 5, 8 e 24. Infine lavaggio con PBS per altre 24 ore per la rimozione degli ultimi detriti cellulari. Sulla xenomatrice tubolare, così decellularizzata, verrano seminate dopo espansione linee cellulari uroteliali di maiale. Dopo colonizzazione della matrice le cellule provvederanno alla formazione di uno strato mucoso uroteliale compatibile in grado di mimare la condizione ureterale originale. Tutti i processi rigenerativi saranno controllati in laboratorio tramite microscopia elettronica ed ottica per valutare attecchimento e corretta rigenerazione. Al raggiungimento della formazione tubulare da reimpiantare di 10 cm. si procederà all¿effettivo innesto del moncone ureterale. Il successo dell¿operazione verrà valutato sotto il punto di vista biochimico con il monitoraggio dei valori di funzionalità renale. Il raggiungimento di una buona risposta vascolare di attecchimento sarà valutata invece mediante diagnostica per immagini come l¿AngioTc o AngioRMN.