Attività sialiltransferasica e proteine sialilate in siero e tessuti di animali con patologie neoplastiche e virali
Progetto Molte proteine di superficie cellulare contengono redisui di acido sialico. Il tipo di sialilazione di queste proteine sembra condizionare lo sviluppo di alcune patologie. In particolare, la metastatizzazione di alcuni tumori sembra essere associata alla presenza di acido sialico alfa-2,3, che favorisce l'interazione tra cellule neoplastiche e tessuti. Per quanto riguarda le malattie infettive, molti virus sono in grado di attecchire nell'organismo grazie a recettori che esprimono acido sialico alfa-2,3. Il tipo di sialilazione delle proteine di membrana dipende a sua volta dall'attività dell'enzima sialiltrasferasi.
Scopo dello studio è valutare l'attività della sialitransferasi e la sua associazione con sialilazione in posizione alfa-2,3 invece che alfa-2,6 in due modelli di patologie animali, l'uno neoplastico (tumore mammario della cagna), l'altro virale (peritonite infettiva felina o FIP, indotta da coronavirus felino o FCoV).
La ricerca si svolgerà come segue:
1. campioni
a. Neoplasia mammaria: verranno incluse nello studio masse mammarie con aspetti istologici riferibili a carcinomi semplici o complessi (e relativi linfonodi), adenomi semplici o complessi e, se disponibili, lesioni "preneoplastiche" (intraepithelial lesions o IELs) da ghiandole mammarie non presentanti lesioni evidenti. Campioni di tessuto mammario normale, prelevato in sede di necroscopia da cani morti per patologie non neoplastiche, saranno utilizzati come gruppo di controllo.
I campioni di cui sopra saranno raccolti solo da soggetti di cui siano disponibile anche campioni di sangue.
b. gatti con FIP: verranno prelevati campioni di sangue e di tessuti con lesioni da FIP, nonchè di intestino, sede di penetrazione dei FCoV. campioni di analoghi tessuti prelevati da gatti morti per cause non associate a FIP o a patologie intestinali verranno inclusi come campioni di controllo.
2. Processazione del tessuto:
a. i campioni saranno congelati e in parte sezionati al criostato, in parte omogeneati
b. sulle sezioni criostatiche sarà analizzato il tipo di recettore presente, utilizzando lectine in grado di legarsi rispettivamente all'acido sialico in posizione alfa-2,3 o alfa-2,6
c. sugli omogeneati verrà analizzata la presenza di sialiltrasferasi, mediante western blotting utilizzando anticorpi cross-reacitvi con la molecola canina o felina
3. Valutazione dell'attività della sialiltrasferasi. Su parte dell'omogeneato e sul siero di ogni soggetto, l'attitvità sialitrasferasica sarà misurata utilizzando metodi enzimatici già validati.
4. I risultati delle prove precedenti saranno integrati tra loro per valutare se il tipo di sialilazione delle proteine cellulari sia associato a una diversa presenza o attività della sialitrasferasi, e se tali parametri (tipo di sialilazione e attività dell'enzima) siano diversi in campioni con diverso comportamento biologico (es: tessuti di gatti con lesioni da FIP diverse, istotipo, malignità e/o invasività del tumore)