Prevalenza dell'infezione occulta da virus dell'epatite B in donatori e riceventi trapianto di fegato.
Progetto L'infezione occulta da virus dell'epatite B (OBI) è caratterizzata dalla presenza dell'HBV DNA nel
siero, nelle cellule del sangue periferico (PBMC) e/o nel fegato, in assenza di positività per l'HBsAg nel siero ai comuni test diagnostici. L'OBI è identificata fino al 10% nei donatori di sangue periodici, tra il 10 ed il 49% nei pazienti anti-HBc positivi con epatite cronica HBV-associata, nei pazienti con cirrosi/fibrosi criptogenetica e nei tossicodipendenti i.v. e in oltre il 50% dei pazienti con epatocarcinoma HCV-associato e nei riceventi trapianto di fegato da donatori anti-HBc positivi. Presso l'Unità Trapianto di Fegato dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano 14 pazienti HBsAg e anti-HCV negativi (nBnC) con epatocarcinoma sono stati sottoposti a trapianto di fegato (OLT) tra il 2000 e il 2004. Circa il 60% (8/14) dei pazienti trapiantati era anti-HBc positivo. Per ogni paziente sono stati raccolti e conservati a -80°C sieri e biopsie (Bx) pre-OLT e post-OLT per 3-7 anni e sieri, PBMC e Bx del fegato del donatore. I prelievi durante il primo anno post-OLT sono stati effettuati su base mensile e successivamente almeno 2 volte all'anno. Dopo estrazione con metodo classico (proteinasi K e fenolo/cloroformio) sarà determinata la presenza di HBV DNA in tutti i campioni del donatore e del ricevente con amplificazione (PCR) con nested primers adiacenti al loop immunodominante contenente il determinante "a" della regione S codificante per l'HBsAg. Gli amplificati saranno sottoposti a sequenziamento diretto e le sequenze saranno sottoposte ad analisi filogenetica confrontandole con le sequenze prototipo della stessa lunghezza depositate in GenBank. L'intero set di sequenze sarà sottoposto ad analisi filogenetica con PHYLIP 3.5c: dopo ricampionamento (bootstrap) si otterrà una matrice di identità basata sulle differenze tra le sequenze, utilizzando il modello a due parametri di Kimura con il programma DNADIST . L'analisi filogenetica delle sequenze sarà eseguita sottoponendo le matrici di distanza ottenute all'analisi UPGMA (Unweighted Pair Group Method with Arithmetic Mean) con NEIGHBOR di PHYLIP. Ci proponiamo di indagare: 1) la prevalenza di OBI in questi pazienti nel periodo precedente il trapianto di fegato (OLT); 2) la frequenza e la persistenza della reinfezione da HBV occulto nel trapiantato; 3) la frequenza di OBI nel siero, nelle cellule del sangue periferico e nel fegato del donatore. Attualmente, la prevenzione dell'epatite B post-trapianto nei riceventi organi da donatori anti-HBc positivi è fatta con l'uso di immunoglobuline anti-epatite B iperimmuni e/o con il trattamento con antivirali specifici (lamivudina, adefovir). L'identificazione di OBI nei riceventi con HCC associato a HCV o nei riceventi con HCC nBnC consentirà di sottoporre a profilassi anti-epatite B e ridurre la frequenza della riattivazione con recidiva e dell'instaurarsi di un'infezione occulta o evidente (HBsAg positiva) a carattere persistent