STRESS OSSIDATIVO IN EMODIALISI. STUDIO DELLA BIOCOMPATIBILITA' DEI FILTRI HEMOPHAN E POLISULFONE
Progetto È noto che i soggetti con insufficienza renale cronica hanno una maggior incidenza di mortalità e morbilità ed in particolare la patologia cardiovascolare è notevolmente elevata con una mortalità annua da 10 a 20 volte superiore a quella della popolazione generale. Si ritiene che lo stato uremico sia la causa dello sviluppo di tale patologia, ma le ricerche hanno dimostrato che esso non può esserne il solo fattore. Altri fattori sono allo studio e di recente si è ipotizzato che il modesto ma cronico stato infiammatorio presente in questi soggetti sia una delle maggiori cause della patologia cardiovascolare. Inoltre, la terapia emodialitica, di per sé, produce la parziale perdita di numerosi fattori plasmatici quali ad esempio la vitamina E e A capaci di prevenire l¿infiammazione neutralizzando le specie reattive dell¿ossigeno che è noto incrementano durante questa terapia. La terapia dialitica favorisce quindi lo squilibrio plasmatico tra sostanze ossidanti e antiossidanti generando così uno stato di perossidazione lipidica che contribuisce allo stabilizzarsi dello stato infiammatorio. La biocompatibilità di tutto il sistema dialitico ed in particolar modo quella dei filtri utilizzati gioca dunque on ruolo molto importante nel ridurre i danni provocati dal generarsi delle specie reattive dell¿ossigeno. Lo scopo dello studio è quello di valutare, in un gruppo di pazienti in terapia di sostituzione dialitica, l¿entità dello stress ossidativo prima e dopo una seduta di emodialisi attraverso il dosaggio di alcuni parametri e confrontando due tipi di membrana filtrante (Hemophan vs Polisulfone).
A questo scopo saranno selezionati una quindicina di pazienti che non dovranno avere in corso patologie epatiche, infezioni, neoplasie o essere diabetici ed essere in un buon stato nutrizionale. La loro sincronizzazione prevede un run-in che durerà 15 giorni nei quali, una settimana prima dell¿esperimento, saranno eseguiti i seguenti esami ematochimici: PCR, albumina, prealbumina, transferrina, ferritina, emocromo completo, equilibrio acido base, omocisteina e acido folico, vitamina B12. Sarà anche valutato lo stress ossidativo determinando le capacità antiossidanti totali plasmatiche con il metodo della Lag-time che consiste nell¿induzione di stress ossidativo utilizzando solfato di rame allo 0.5 mmol/L ed, inoltre, saranno valutati i livelli plasmatici delle specie reattive dell¿ossigeno. Gli effetti sulle cellule dello squilibrio della bilancia ossidativa saranno valutati determinando lo stato di fluidità delle membrane eritrocitarie misurando l¿anisotropia di fluorescenza con due differenti probes, il DPH e il DPH-TMA. Alla fine della seconda settimana del run-in, sarà cambiata la membrana di filtrazione a tutti i pazienti (Hemophan e/o Polisulfone) e, in questa occasione, come pure dopo una settimana e dopo trenta giorni, sarà eseguita la rivalutazione dei parametri sopra descritti.