Le riforme pensionistiche: ricalibratura politico-istituzionale e trasformazione dei "confini"
Progetto A fronte della serie di riforme pensionistiche adottate in tutti paesi europei, la letteratura specialistica ha gettato una luce significativa sui processi di trasformazione dei "confini" in questo settore del welfare (Ferrera 2005) e sulle dinamiche di "ricalibratura politico-istituzionale" (Ferrera e Hemerijck 2002). Il passaggio, in molti Stati Membri dell'UE (SM), da una configurazione mono-pilastro a un assetto multi-pilastro e la sempre maggiore rilevanza della previdenza supplementare a capitalizzazione hanno infatti, da un lato, iniziato a modificare i confini delle preesistenti collettività di redistribuzione (tradizionalmente coincidenti con lo stato-nazione o comunque interne ad esso), dall'altro hanno ridefinito la costellazione degli attori che operano nel settore. Accanto allo Stato hanno infatti acquisito vieppiù rilevanza i fondi pensione e le istituzioni finanziarie, ma anche le regioni e l'Unione Europea.
Tale scenario, oltre a rendere plausibile un rafforzamento degli attori di mercato nel settore previdenziale, suggerisce che la graduale erosione del monolite pensionistico pubblico e centralizzato (Jessoula 2004) possa favorire l'emersione in futuro di uno spazio di cittadinanza sociale multi-livello. Questa tendenza sembra trovare una conferma nella recente approvazione della direttiva europea 2003/41/CE, che regola l'attività delle forme pensionistiche integrative professionali, e nell'emergere in alcuni SM di fondi pensione supplementari a base territoriale.
Il progetto prende pertanto sul serio il nesso tra ricalibratura politico-istituzionale e ridefinizione dei confini nel settore delle pensioni, ponendosi due obiettivi fondamentali. In primo luogo, individuare quei fattori che spingono verso (ovvero ostacolano) la definizione di un quadro normativo condiviso a livello sovranazionale per le pensioni supplementari e l'istituzione di fondi pensione pan-europei. Il fuoco verrà posto sia sulle strategie e gli interessi degli attori (organi dell'UE, fondi pensione, istituzioni finanziarie, parti sociali, governi nazionali) sia sugli assetti istituzionali esistenti a livello nazionale in questo settore di policy (regole di affiliazione, governance, regime fiscale..). Il secondo obiettivo ha invece carattere più esplorativo e consiste nel: a) elaborare una "mappa" dei fondi pensione a base territoriale in alcuni SM (ad esempio in Italia: Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta), con particolare attenzione a quelli federali o fortemente decentralizzati; b) individuare quei progetti di costruzione di schemi pensionistici supplementari cross-regionali, che emergano da forme innovative di cooperazione transfrontaliera (es. estensione del fondo alto-atesino all'intero territorio del Tirolo).