ARCHITETTURA E PITTURA RELIGIOSA ROMANICA IN UNA `ENCLAVE¿ LOMBARDA: LA DIOCESI `AQUILEIESE¿ DI COMO
Progetto Le diocesi di Como (già estesa all¿attuale provincia di Lecco), che nel Medioevo faceva parte della metropoli ecclesiastica di Aquileia, ha beneficiato di una solo apparente fortuna storiografica per quanto riguarda l¿edilizia religiosa romanica, pur celebrata in rapporto ai ¿magistri comacini¿. La celebre ¿scuola¿ architettonica comasca vanta certo numerose pubblicazioni locali, ma l¿unico catalogo scientifico è quello pubblicato da Mariaclotilde Magni nel 1960. Da allora il progresso degli studi non è stato di grande rilievo, sebbene l¿archeologia medievale abbia proposto una serie di scoperte e di contributi che la storia dell¿architettura non ha sfruttato. Anche per i grandi monumenti urbani e suburbani (S. Carpoforo, S. Abbondio, S. Giacomo, S. Fedele), nonostante le invecchiate monografie sul S. Abbondio e sul S. Fedele di Balzaretti e Rocchi (ma non sulle altre due), le problematiche aperte appaiono molteplici, persino a livello di cronologia. La situazione relativa alla pittura murale è migliore: il volume Pittura murale del Medioevo lombardo (Milano 2006) ha enucleato i programmi iconografici dell¿abside di Galliano, del ciclo di San Giorgio in Borgovico a Como, di quelli del San Salvatore di Barzanò e delle chiese di Civate. Restano tuttavia da approfondire importanti cicli come quello di Spurano di Ossuccio e della navata di Galliano.
Il gruppo di ricerca ha in programma singoli sondaggi di studio relativi alle chiese urbane di Como: S. Carpoforo, S. Abbondio, S. Giacomo, S. Fedele, sulle quali sono possibili diverse nuove precisazioni, sia mediante una miglior lettura delle emergenze edilizie, sia mediante comparazione con le fonti storiche e documentarie, sia infine in rapporto a una ricognizione dei modelli architettonici europei.
In relazione all¿attuale provincia di Lecco, più contributi saranno dedicati alle chiese di S. Pietro al Monte e di S. Calocero a Civate: una stratigrafia muraria condotta con i metodi della ricerca archeologica potrà consegnare nuovi dati sulla prima, mentre sulla seconda sono già evidenti le possibilità di una inedita lettura della prima fase edilizia (con l¿apporto dei risultati di scavi recenti). Il ciclo pittorico di San Pietro al Monte sarà ulteriormente indagato in rapporto ad eventi coevi (riforma della Chiesa, Crociata, pellegrinaggio penitenziale), che indurranno una cronologia più circoscritta.
Un¿attenzione particolare avranno infine le pitture murali pressoché inedite della chiesa di Spurano di Ossuccio, evidenziate dopo un recente restauro che ne ha rivelato la notevole importanza iconografica e stilistica.
Per la storia delle tecniche pittoriche si svolgono confronti con quanto prescritto nelle fonti, con particolare riferimento a ricettari come il ¿Codex Matritensis¿ 19 (Madrid, Biblioteca Nacional 19, già A 16) degli inizi del XII secolo, e il Parigino Latino 7418, degli inizi del XIV secolo, che raccolgono quanto tràdito dalle Compositiones Variae nel ¿Manoscritto di Lucca¿ 490.