La teoria politica contemporanea presuppone frequentemente che gli individui non siano in grado di prendere degli impegni credibili ex-ante, laddove ex-post esistono delle tentazioni rilevanti per violarli, a meno che questi impegni non siano fatti rispettare da un agente esterno. Tale ¿fragilità delle parole¿ è anche all¿origine del dilemma dell¿azione collettiva, che, dal lavoro fondamentale di Mancur Olson, è emerso come uno dei concetti centrali nelle scienze sociali. Problemi di azione collettiva pervadono le relazioni internazionali, vengono affrontati dai legislatori quando devono decidere sull'allocazione della spesa pubblica, sono alla base della formazione dei gruppi di interesse e della possibilità di un efficace controllo dei cittadini sui governanti in una democrazia. Rappresentano inoltre una sfida per una gestione efficiente dei cosiddetti common goods, sia a livello locale (sistemi di irrigazione, pascoli, risorse ittiche) che globale (surriscaldamento, inquinamento, deforestazione). A dispetto del risultato teorico, i riscontri empirici mostrano tuttavia che anche in contesti debolmente normati la cooperazione e l¿autogoverno sono possibili. L¿obbiettivo della presente ricerca consiste nell¿investigare le condizioni che possono aiutare a spiegare questi diversi scenari, attraverso l¿utilizzo dei più recenti metodi analitici per lo studio dell¿azione collettiva. In particolare ci si concentrerà sulla teoria della scelta razionale, sui modelli di massa critica e sul concetto di ¿capitale sociale¿, senza tralasciare la possibilità di implementare modelli di simulazione basati sugli agent-based models. Da qua si potrebbero dedurre un insieme di ipotesi suscettibili di analisi empirica.