È noto che le donne in menopausa presentano un rischio di sviluppare malattia di Alzheimer (AD) aumentato rispetto agli uomini di pari età. Ciò ha ovviamente focalizzato l¿attenzione sul ruolo protettivo degli estrogeni, la cui produzione si riduce drasticamente con l¿ingresso in menopausa. Tuttavia, altri studi eseguiti su donne in post-menopausa sottoposte a terapia estrogenica sostitutiva hanno negato tale effetto protettivo lasciando insoluto il problema. Attualmente si ipotizza l¿esistenza di una ¿finestra temporale critica¿, coincidente con la transizione menopausale, entro la quale sarebbe confinato l¿effetto benefico della terapia estrogenica.
Nella popolazione anziana ¿e soprattutto nei pazienti AD¿ è di frequente riscontro anche una iperattività cortico-surrenalica. Livelli circolanti elevati di cortisolo alterano la funzionalità dei neuroni e delle cellule gliali e sono coinvolti nei processi di morte neuronale.
Nell¿ultima decade si è intensificata la ricerca di markers biologici di demenza espressi da tessuti facilmente accessibili e dotati di valore diagnostico. Tra questi, un buon correlato neuropatologico è rappresentato da CD36, un recettore scavenger di classe B che svolge un ruolo nella risposta infiammatoria microgliale e macrofagica alle fibrille di beta-amiloide, partecipando così alla patogenesi della AD. Studi recenti eseguiti dalla nostra unità operativa hanno dimostrato che la sua espressione genica si riduce precocemente in corso di neurodegenerazione, addirittura anni prima che la AD si manifesti in forma clinicamente conclamata.
Basandoci su queste osservazioni riteniamo interessante valutare in un ampio campione di entrambi i sessi di soggetti sani e di pazienti AD, stratificati per decadi di età, come vari nel corso della vita il bilancio netto tra l¿espressione di alcune molecole dotate di attività neuroprotettiva e altre dotate di influenze pro-neurotossiche. In particolare studieremo l¿espressione dei recettori degli estrogeni e dei glucocorticoidi e la produzione di interleukina-6, una molecola proinfiammatorie coinvolta nella patogenesi della AD. I risultati saranno confrontati con l¿espressione di CD36 e coi livelli circolanti di estrogeni, cortisolo e di deidroepiandrosterone solfato, un precursore androgenico dotato di attività neuroprotettiva.
L¿espressione dei diversi markers sarà determinata nei leucociti periferici, in quanto queste cellule, analogamente agli elementi microgliali del SNC, sintetizzano numerosi peptidi e recettori presenti anche a livello centrale. In questi elementi, inoltre, i recettori sono sottoposti agli stessi meccanismi che regolano quelli cerebrali. Essi pertanto, grazie alla loro facile reperibilità mediante un prelievo di sangue venoso, possono rappresentare utili ¿elementi spia¿ di ciò che accade in aree del SNC il cui accesso è ovviamente precluso.