La ricerca si propone di analizzare le problematiche connesse all'attuazione del principio costituzionale del pluralismo dell'informazione nello scenario determinato dalla diffusione delle tecnologie digitali e dal conseguente processo di convergenza. Il processo di convergenza tecnologica rende possibile veicolare contenuti differenti attraverso diverse piattaforme trasmissive, incluse le reti di telecomunicazioni fisse e mobili, il satellite, le frequenze televisive terrestri, e rivoluziona anche le modalità di comunicazione attraverso la possibilità di applicazioni interattive.
Le novità indotte dalla evoluzione tecnologica rendono necessaria una rivisitazione degli strumenti e delle tecniche attraverso le quali si è finora tentato di perseguire l'imperativo costituzionale del pluralismo dell'informazione così come enunciato dalla Corte costituzionale. In particolare, acquistano rilevanza i profili inerenti i rapporti tra i diversi soggetti che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche: operatori di rete, fornitori di contenuti, fornitori di servizi interattivi.
L'esigenza di assicurare ai fornitori di contenuti la più ampia possibilità di accesso alle infrastrutture trasmissive determina un mutamento del ruolo e delle responsabilità delle autorità nazionali di regolazione (in Italia l'Agcom), alle quali viene richiesto di vigilare sulle manifestazioni di autonomia contrattuale al fine di evitare pratiche escludenti o discriminatorie, dotandosi al fine di strumenti giuridici flessibili e adeguati alla evoluzione delle tecnologie e dei mercati. Allo stesso tempo, si impone di riflettere sul rapporto tra pluralismo e concorrenza, per accertare in che termini la possibilità di un'effettiva concorrenza tra i gestori delle differenti piattaforme trasmissive si traduca in un aumento del pluralismo dell'informazione.
A tali nuove esigenze di regolazione hanno dato una prima risposta, sulla scorta del pacchetto di direttive comunitarie sulle comunicazioni elettroniche del 2002, i più recenti interventi legislativi rappresentati dal codice delle comunicazioni elettroni da un lato, dal testo unico della radiotelevisione dall'altro. La ricerca si propone dunque di evidenziare i risultati positivi e le criticità rinvenibili in questi tesi normativi, per individuare le possibili linee di sviluppo della disciplina dei media alla luce dell'imperativo costituzionale del pluralismo.