A partire dalla meta' degli anni novanta, numerosi interventi di riforma sono stati realizzati nel campo del welfare, e in particolare del sistema previdenziale, e della regolazione del mercato del lavoro. Si e' trattato, in larga misura, di iniziative realizzate sotto la spinta dei vincoli di finanza pubblica, per quanto riguarda il sistema pensionistico, e delle pressioni a favore di forme di impiego piu' flessibili, con l'obiettivo di favorire la crescita dell'occupazione, nel caso del mercato del lavoro.
Malgrado le evidenti connessioni fra sistema di welfare e (regolazione del) mercato del lavoro, non sembra che le riforme fin qui realizzate abbiano contribuito a delineare un nuovo assetto, che tenga conto delle trasformazioni dell'economia e del lavoro e cerchi di costruire un sistema di regolazione e di protezione sociale che possa dare continuita' a quei diritti di cittadinanza sociale che sono stati garantiti dall'emergere a dal rafforzamento dei sistemi di welfare statale nella "societa' industriale" del secolo scorso.
Questa ricerca si propone di indagare la questione del rapporto fra regolazione del lavoro e welfare dal punto di vista degli interessi di lavoratori e lavoratrici e di chi li rappresenta, ossia il sindacato. A tal fine, si studieranno gli impatti della nuova regolazione del lavoro sulle concrete condizioni di lavoro e le carriere, sulla base di ricerche esistenti e dell'analisi di dati secondari. Allo stesso modo, si cerchera' di rilevare le scelte prevalenti degli imprenditori riguardo alle diverse forme di flessibilita' del lavoro rese disponibili dalla legislazione. La combinazione di queste due analisi consentira' di individuare gli aspetti piu' problematici della regolazione del lavoro e di evidenziare possibili aree di intervento e strumenti di tutela, facendo ricorso anche ad una prospettiva comparata, con particolare riferimento alle politiche europee dell'occupazione e di coesione sociale.