Nuovi approcci per la valutazione della pericolosità idraulica nei piccoli bacini montani (RETURN-PB)
Progetto Il progetto RETURN-PB (Piccoli-Bacini) è focalizzato sui processi idrologici-idraulici-geomorfologici nei piccoli bacini idrografici attraverso approcci di monitoraggio e modellizzazione fra loro integrati. Gli obiettivi e le attività previste nel progetto RETURN-PB sono pianificati per rispondere in modo diretto agli obiettivi del bando:
1) Sviluppo, taratura e validazione di nuovi modelli numerici integrati per la previsione dell’innesco e la simulazione della propagazione di colate di detrito e di fango, applicabili anche scenari di cambiamenti della copertura vegetazionale e delle condizioni di stabilità del suolo, e loro inter-comparazione con modelli numerici già in uso per lo stesso scopo. Le attività di taratura, validazione ed inter-comparazione avverranno utilizzando sia i dati strumentali raccolti presso un bacino sperimentale per il monitoraggio dei processi di colata detritica che i dati e le cartografie ottenute a seguito di eventi di colata detritica e di fango avvenuti nel recente passato nel territorio nazionale e accuratamente documentati;
2) Sviluppo di un nuovo approccio di valutazione degli scenari di pericolosità nei corsi d’acqua montani basato sull’integrazione di valutazioni geomorfologiche (perfezionando la “Classificazione della Dinamica da Evento” prevista dalla metodologia IDRAIM) con modelli idrologici distribuiti e modelli morfodinamici 1D e 2D già nella disponibilità del gruppo di lavoro, capaci anche di simulare il trasporto e l’occlusione di materiale legnoso presso opere di attraversamento e la mutua interazione fra dinamica morfologica e della vegetazione riparia. All’interno delle valutazioni geomorfologiche rientra infatti anche la stima della quantità e tipologia di materiale legnoso reclutabile dai versanti e dalle sponde durante un evento di piena, che dipendono anche dal verificarsi di scenari meteorologici capaci di generare grandi quantità di materiale legnoso immediatamente trasportabile dalla corrente a causa di processi di schianto da vento. L’approccio verrà testato su bacini sperimentali strumentati e tramite i dati raccolti durante rilievi eseguiti a seguito di eventi alluvionali recenti avvenuti nel territorio nazionale;
3) Elaborazione di un metodo speditivo per valutare la funzionalità attuale e futura degli interventi di sistemazione già esistenti dei corsi d’acqua montani applicabile a tutto il territorio nazionale da parte degli enti territoriali, sulla base di variabili di tipo strutturale ed ambientale e tenendo conto degli scenari di cambiamento climatico e di uso del suolo attesi. Verranno altresì redatti dei criteri per il miglioramento funzionale (in particolare modo riguardante l’efficacia di trattenuta selettiva di sedimento e materiale legnoso da parte di briglie filtranti) ed ambientale (in particolare relativamente alla continuità longitudinale del trasporto solido lungo il reticolo idrografico ed alla disponibilità di habitat aquatici nei tratti sistemati), anche in questo caso prevedendo scenari futuri idrologici e di alimentazione di materiale solido (sedimento e materiale legnoso) derivanti dalle proiezioni climatiche disponibili fino al 2100 e considerando scenari di variazione dell’uso del suolo per lo stesso periodo.
UNIMI avrà un ruolo attivo nell’ambito del WP2 per quanto riguarda l’applicazione e lo sviluppo di un modello di stabilità di versante probabilistico e tridimensionale al fine di valutare il reclutamento del materiale legnoso dal versante fino al reticolo idrografico, tenendo conto dell’effetto stabilizzante della vegetazione, delle condizioni idrologiche e geotecniche e del grado di trasporto dei sedimenti verso valle. Inoltre, nell’ambito del WP3, si occuperà dello sviluppo di un modello empirico e statistico, finalizzato alla stima del deterioramento delle funzionalità delle opere di sistemazione idraulica e di difesa del suolo, della l