Come cambia la rappresentanza politica in Italia La decisione di voto nel ciclo elettorale 2013-2015
Progetto “La rappresentanza (politica) è plasmata dalla interazione tra partiti che competono tra loro, le scelte dei cittadini e le regole elettorali” (Powell, 2004). La
definizione di rappresentanza politica di Powell inquadra il cuore del problema che questo progetto intende affrontare. Le prossime elezioni politiche si collocheranno
in un contesto politico caratterizzato da una notevole instabilità dei tre elementi che concorrono a costruire la rappresentanza politica. Dopo una lunga stagione di
elevata contrapposizione bipolare tra coalizioni siamo entrati in un periodo in cui la competizione tra i maggiori partiti, se non è sospesa, certo è entrata in una fase di
latitanza a causa del sostegno da essi accordato d un governo tecnico che presumbilmente condurrà il paese alle urne. Questo inoltre accade in una congiuntura nella
quale le opinioni dei cittadini che informano le loro scelte di voto sono influenzate sia dagli effetti della più grave crisi economica dopo quella del 1929 che dagli
effetti delle politiche messe in atto dal governo tecnico per risolverla. Tutto ciò concorre a mettere in tensione le due dimensioni fondamentali della rappresentanza
politica, quella restrospettiva che si esprime nel chiedere conto al/ai partito/i al governo delle sue prestazioni in campo economico e quella sostantiva, espressa dalla
congruenza tra opinioni degli elettori e posizioni dei partiti/candidati/eletti sugli stessi temi.
Infine anche le regole elettorali potrebbero ulteriormente mutare, venendo ad incidere sulla dimensione procedurale della rappresentanza politica. Ma anche se
rimanessero le stesse, per come è profondamente mutato il contesto della loro applicazione potrebbero fornire opportunità diverse dal passato (ad esempio alle terze
forze, in particolare al Senato) e dunque modificare il processo di conversione delle preferenze individuali in voti e dei voti in seggi (fino al punto di contribuire
all'esito di un Parlamento “diviso”, ossia di maggioranze politicamente disomogenee tra Camera e Senato).
La rappresentanza politica non si esaurisce però in un'unica elezione, ma inevitabilmente è anche influenzata dal verdetto delle elezioni di secondo ordine e quindi
dalle scelte che gli elettori fanno e dai messaggi che vogliono mandare. Non si esaurisce inoltre nel solo momento elettorale. La fase pre-elettorale e quella
inter-elettorale sono altrettanto importanti. Nella prima infatti i partiti definiscono programmi, strategie di competizione e scelta dei candidati nel tentativo di attrarre il
consenso. In questa fase agiscono fattori ulteriori quali la rappresentazione che i media presentano dell'interazione tra partiti, candidati ed elettori. La seconda fase è
invece incentrata sull'interazione governo-parlamento e vede gli eletti come principali attori del circuito rappresentativo.
Il progetto intende dunque allargare lo studio della rappresentanza politica in quattro direzioni principali che comportano:
a) l'analisi della decisione di voto/non voto lungo il ciclo elettorale aperto dalle elezioni politiche del 2013 e che proseguirà con le europee del 2014 e le regionali
dell'anno seguente;
b) l'esame della variabilità della funzione di voto a livello individuale secondo i contesti territoriali caratterizzati dal punto di vista economico e politico;
c)l'analisi degli effetti sulla decisione di voto delle caratteristiche programmatiche dell'offerta (candidati/partiti/eletti) e del suo mutamento in relazione alla crisi del
modello bipolare e di una eventale riforma elettorale;
d)l'analisi del ruolo che la rappresentazione dei media gioca nel definire la rilevanza dei temi nel discorso pubblico.
A fianco di queste direttrici il progetto vuole analizzare, attraverso tecniche di indagine sperimentali, la forma
definizione di rappresentanza politica di Powell inquadra il cuore del problema che questo progetto intende affrontare. Le prossime elezioni politiche si collocheranno
in un contesto politico caratterizzato da una notevole instabilità dei tre elementi che concorrono a costruire la rappresentanza politica. Dopo una lunga stagione di
elevata contrapposizione bipolare tra coalizioni siamo entrati in un periodo in cui la competizione tra i maggiori partiti, se non è sospesa, certo è entrata in una fase di
latitanza a causa del sostegno da essi accordato d un governo tecnico che presumbilmente condurrà il paese alle urne. Questo inoltre accade in una congiuntura nella
quale le opinioni dei cittadini che informano le loro scelte di voto sono influenzate sia dagli effetti della più grave crisi economica dopo quella del 1929 che dagli
effetti delle politiche messe in atto dal governo tecnico per risolverla. Tutto ciò concorre a mettere in tensione le due dimensioni fondamentali della rappresentanza
politica, quella restrospettiva che si esprime nel chiedere conto al/ai partito/i al governo delle sue prestazioni in campo economico e quella sostantiva, espressa dalla
congruenza tra opinioni degli elettori e posizioni dei partiti/candidati/eletti sugli stessi temi.
Infine anche le regole elettorali potrebbero ulteriormente mutare, venendo ad incidere sulla dimensione procedurale della rappresentanza politica. Ma anche se
rimanessero le stesse, per come è profondamente mutato il contesto della loro applicazione potrebbero fornire opportunità diverse dal passato (ad esempio alle terze
forze, in particolare al Senato) e dunque modificare il processo di conversione delle preferenze individuali in voti e dei voti in seggi (fino al punto di contribuire
all'esito di un Parlamento “diviso”, ossia di maggioranze politicamente disomogenee tra Camera e Senato).
La rappresentanza politica non si esaurisce però in un'unica elezione, ma inevitabilmente è anche influenzata dal verdetto delle elezioni di secondo ordine e quindi
dalle scelte che gli elettori fanno e dai messaggi che vogliono mandare. Non si esaurisce inoltre nel solo momento elettorale. La fase pre-elettorale e quella
inter-elettorale sono altrettanto importanti. Nella prima infatti i partiti definiscono programmi, strategie di competizione e scelta dei candidati nel tentativo di attrarre il
consenso. In questa fase agiscono fattori ulteriori quali la rappresentazione che i media presentano dell'interazione tra partiti, candidati ed elettori. La seconda fase è
invece incentrata sull'interazione governo-parlamento e vede gli eletti come principali attori del circuito rappresentativo.
Il progetto intende dunque allargare lo studio della rappresentanza politica in quattro direzioni principali che comportano:
a) l'analisi della decisione di voto/non voto lungo il ciclo elettorale aperto dalle elezioni politiche del 2013 e che proseguirà con le europee del 2014 e le regionali
dell'anno seguente;
b) l'esame della variabilità della funzione di voto a livello individuale secondo i contesti territoriali caratterizzati dal punto di vista economico e politico;
c)l'analisi degli effetti sulla decisione di voto delle caratteristiche programmatiche dell'offerta (candidati/partiti/eletti) e del suo mutamento in relazione alla crisi del
modello bipolare e di una eventale riforma elettorale;
d)l'analisi del ruolo che la rappresentazione dei media gioca nel definire la rilevanza dei temi nel discorso pubblico.
A fianco di queste direttrici il progetto vuole analizzare, attraverso tecniche di indagine sperimentali, la forma