Pagine in mostra: Immaginario e poetiche museali nella letteratura tra Otto e Novecento. Una ricerca interdisciplinare tra le letterature francese, inglese russa e statunitense
Progetto In Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, si registrano nell’Ottocento incroci sempre più frequenti e intensi tra il mondo del museo e delle grandi mostre (Expositions/Exhibitions) e quello della letteratura. Si pensi, nel contesto francese, a Honoré de Balzac, Charles Baudelaire e Victor Hugo e in quello anglo-americano a Charles Dickens, Henry James, Nathaniel Hawthorne o T.S. Eliot. Importanti Exhibitions scandiscono anche la vita culturale e letteraria tra Francia e Gran Bretagna, a tal punto che uno studioso francese (Philippe Hamon) ha potuto evocare a pieno titolo una ‘muséographisation’ della letteratura. Sul fronte diverso ma affine del museo, non sono meno numerose le coincidenze che vedono la scrittura appropriarsi di motivi, forme e retoriche della collezione e del mondo museologico (enumerazione, tassonomie, cataloghi, ipotiposi, litote), per non dire degli scrittori direttamente coinvolti in esperienze museali come John Ruskin a Sheffield o i fratelli Goncourt a Parigi.
Con il Novecento e l’avvento della modernità, il dialogo testuale e culturale tra esposizioni/musei e letteratura si infittisce e insieme si complica. Da un lato, il sempre più difficile rapporto con il mondo coloniale invade, tra Francia, Inghilterra e Stati Uniti le expositions/exhibitions alle quali si affida la rappresentazione dell’identità del paese e che alimentano l’immaginario degli anni Venti e Trenta, rivelando le fratture profonde di culture dove è forte la tensione tra linguaggi dominanti e presenze periferiche e/o marginali. D’altra parte, gli sconvolgimenti storici (rivoluzione russa, prima e seconda guerra mondiale) si accompagnano a una vera e propria crisi della memoria i cui reperti risultano disseminati o irraggiungibili. Il museo diventa allora uno dei luoghi prediletti della scrittura (V.Nabokov, M. Proust, J. Joyce, W. H. Auden) e a essa offre uno specchio, immagini e metafore, ma nel segno questa volta di un memoria dispersa, dell’amnesia e della lacerazione.
Obiettivi della ricerca:
1) Completare il quadro delle grandi mostre ‘ignorate’ dell’Ottocento e del primo Novecento (Art Exhibition di Manchester, Wallace Collection a Bethnal Green, Musée Rétrospectif, Whitechapel Gallery, The British Empire Exhibition) e valutare le loro interazioni con culture e scritture coeve.
2) Dedicare un capitolo specifico alle ‘Esposizioni coloniali’, in Francia, Gran Bretagna e a quelle etnologiche negli Stati Uniti, sempre in rapporto alla letteratura coeva.
3) Delineare infine i rapporti teorici che si tessono tra le forme del mostrare museale/espositivo e quelle della scrittura, in termini semantici, lessicali e retorici (metafora, metonimia, enumerazione, ellissi).
Il gruppo si segnala per la diversità delle competenze e insieme la coerenza delle ricerche svolte e la consolidata capacità di collaborazione, elementi che hanno portato nel tempo a risultati significativi e lusinghieri riconoscimenti nazionali e internazionali.