Interventi dello Stato a tutela di interessi pubblici e obblighi di trattamento degli investimenti stranieri
Progetto Oggetto della ricerca è il problema della compatibilità delle misure nazionali volte alla tutela di interessi pubblici (c.d. regulatory measures) con gli obblighi internazionali di trattamento degli investimenti stranieri. Tali obblighi risultano dalle norme consuetudinarie in materia di trattamento degli stranieri e soprattutto dalla fitta rete sempre più estesa di accordi bilaterali sugli investimenti (Bilateral Investment Treaties - BITs), e da trattati multilaterali regionali che disciplinano la materia (North American Free Trade Agreement - NAFTA, Central American Free Trade Agreement - CAFTA, Energy Charter Treaty - ECT). Nell’ambito di tale normativa, la protezione degli investitori stranieri è avvenuta finora mediante il riconoscimento e la progressiva estensione di obblighi di trattamento (obbligo di indennizzo in caso di espropriazione, di “trattamento equo e giusto” e di “piena protezione e sicurezza” degli investimenti stranieri).
La ricerca intende verificare se e in che misura i suddetti trattati consentano allo Stato ospite di adottare misure normative interne a tutela di interessi pubblici (ambiente, salute pubblica, diritti umani, sicurezza nazionale, ecc.). Particolarmente delicata si presenta la questione quando le regulatory measures sono a loro volta adempimento di obblighi internazionali previsti da trattati, ad esempio in materia ambientale, che parimenti vincolano lo Stato ospite dell’investimento.
Il tema è strettamente connesso all’evoluzione della nozione di espropriazione, che ha subito negli ultimi decenni una progressiva espansione. La fattispecie di espropriazione è stata ampliata fino a comprendere anche forme indirette di interferenza con l’investimento, qualificate come indirect o creeping expropriations. In tale nozione allargata sono state comprese anche misure a tutela di interessi pubblici (cfr. ad es. i lodi ICSID SPP c. Egitto del 1992, Santa Elena c. Costa Rica del 2000, Metalclad c. Messico del 2000 e Tecmed c. Messico del 2003). Più recentemente ha preso piede la distinzione tra regulatory measures e espropriazioni indirette (come tali soggette a indennizzo), allorché tali misure siano adottate al fine di perseguire legittimi obiettivi di public welfare. Tracce di questa tendenza sono rinvenibili in alcune disposizioni di trattati internazionali sugli investimenti (cfr. ad es. art. 18 ECT), nei modelli di BIT del 2004 di Stati Uniti e Canada e in alcune recenti decisioni arbitrali (lodi Methanex c. Stati Uniti del 2005 e Saluka c. Repubblica Ceca del 2006).
Obiettivi della indagine sono quindi la raccolta e l’esame della prassi e della giurisprudenza arbitrale, al fine di verificare la compatibilità delle regulatory measures con gli obblighi degli Stati in materia di trattamento degli investimenti stranieri, anche alla luce di recenti atteggiamenti restrittivi di alcuni Paesi dell’America latina (Venezuela e Bolivia) e del peso che in questa materia gioca la crisi finanziaria globale.