Tendenze attuali della critica e comparazione fra serie di testimonianze diverse in campo etruscologico: analisi degli oggetti iscritti nei contesti campani di epoca arcaica
Progetto Tra i filoni di ricerca perseguiti da tempo dalla Cattedra di Etruscologia è attivo quello inerente allo studio degli oggetti iscritti nei loro contesti di appartenenza dal punto di vista della loro funzione (oggetti in sé) e del loro ruolo (contesto specifico di appartenenza), inseriti in un sistema di significati. La conoscenza della Campania Antica, dopo oltre trenta anni di esperienza maturata in seno alla Cattedra, ha permesso di individuare un nucleo tematico che coniuga la ricerca archeologica e epigrafica (G. Bagnasco Gianni, Tarquinia: il deposito reiterato: una preliminare analisi dei comparanda, in M. Bonghi Jovino - F. Chiesa (a cura di), Offerte dal regno vegetale e dal regno animale nelle manifestazioni del sacro, Atti dell'Incontro di Studio (Milano 26 - 27 giugno 2003), Tarchna Supplemento 1, Roma 2005, pp. 91-101).
All'interno della documentazione epigrafica raccolta per il periodo arcaico (G. COLONNA, in REE LXV-LXVIII, 2002, p. 402; C. PELLEGRINO, in corso di stampa) esistono segni che hanno un'eloquenza visiva, forse allusivi, per il modo in cui si rapportano al proprio supporto epigrafico, a un campo concettuale diverso rispetto a quello della scrittura. Lettere singole, segni alfabetiformi, contrassegni e loro combinazioni, sembrano infatti eludere la prospettiva linguistica, dominante in genere in campo epigrafico, nell'ambito della quale sono considerati accessori. Ciò si verifica soprattutto quando siffatti segni si trovano combinati con iscrizioni più lunghe, di ben evidente contenuto linguistico. La documentazione etrusca, specialmente quella inerente al periodo orientalizzante (G. Bagnasco Gianni, Oggetti iscritti di epoca orientalizzante in Etruria, Firenze 1996; Eadem, Rappresentazioni dello spazio consacrato nella documentazione epigrafica etrusca, in Saturnia Tellus. Definizioni dello spazio consacrato in ambiente etrusco, italico, fenicio-punico, iberico e celtico. Convegno internazionale di studi (Roma, 10-12 novembre 2004), in corso di stampa), mostra altresì con chiarezza che proprio il binomio fra segno e iscrizione costituisce invece il nucleo di un messaggio visivo connesso all'intimo meccanismo creativo della religione etrusca, laddove i segni alfabetiformi giuocano un ruolo rilevante per la loro capacità di comunicare, con pochi tratti, concetti estesi.
Anche per ciò che attiene alla Campania etrusca pertanto tali segni darebbero adito a una ricerca comprensiva di tutti gli aspetti documentali, in quanto elementi diagnostici per distinguere fra esigenze di rappresentazione grafica (piano del messaggio visivo) o sonora (piano della lingua).
Dal punto di vista dei lineamenti teoretici della disciplina etruscologia si tratta di verificare in anche Campania le potenzialità di una prospettiva nuova che prenda in considerazione il campo dell'esperienza estetica visuale: al confine tra la comunicazione per immagini e simboli da un lato e la comunicazione scritta dall'altro.