Il bilanciamento tra diritti del lavoro e interessi dell'impresa nel "sistema costituzionale multilivello" della Unione Europea
Progetto Gli ultimi approdi della giurisprudenza della Corte di giustizia (sent. 18.12.2007, C-341/05 Laval; sent. 11.12.2007, C- 438/05, Viking; sent. 3.4.2008, C-346/06, Ruffert) hanno ormai definitivamente affermato la capacità del diritto comunitario (in particolare a tutela della concorrenza di mercato e della libera circolazione) di condizionare i diritti nazionali, anche di rango costituzionale, a tutela del lavoro e del conflitto redistributivo tra impresa e lavoro: primi fra tutti il diritto di sciopero e quello di contrattazione collettiva. Sebbene queste materie nell'originario sistema comunitario fossero state assegnate alla competenza esclusiva degli Stati, il superamento di tale netta ripartizione di competenze deve ormai ritenersi un dato acquisito dell'evoluzione della giurisprudenza comunitaria in parallelo ai processi di integrazione della UE. La stessa giurisprudenza comunitaria, però, ha al contempo importato (per via ermeneutica) tra le stesse fonti dell'ordinamento comunitario anche i diritti sociali comuni alle tradizioni costituzionali degli Stati membri: in particolare la Corte ha affermato il riconoscimento da parte dell'ordinamento comunitario proprio del diritto di sciopero e di contrattazione colletiva. Oltretutto il nuovo Trattato, sottoscritto a Lisbona nel dicembre 2007 e ora in corso di ratifica, attribuirà piena rilevanza giuridica alla Carta di Nizza, in cui detti diritti trovano formale e positivo riconoscimento. In questo contesto è iniziata per la Corte di giustizia una nuova stagione in cui il suo sindacato non si esercita più prevalentemente nella definizione delle competenze per materia tra UE e Stati membri, in un rapporto di soggezione v. esenzione, bensì nel bilanciamento tra diritti di pari rango giuridico naturalmente destinati a confliggere tra loro. A tal fine le esperienze delle giurisprudenze delle Corti costituzionali nazionali in materia di bilanciamento di diritti e le ricostruzioni sistenatiche della dottrina al riguardo possono offrire ai giudici di Lussemburgo un valido (se non indispensabile) ausilio per edificare criteri e tecniche di bilanciamento nel nuovo sistema "costituzionale" articolato su più livelli ordinamentali. La ricerca si propone preliminarmente di ricostruire le tecniche e i criteri di bilanciamento della corti costituzionali nazionali (in particolare italiana, francese e tedesca) nei casi di conflitto tra diritti del lavoro e diritti dell'impresa e del libero mercato; successivamente vagliare criticamente gli orientamenti che sta elaborando la Corte di giustizia al riguardo, verificando come e se le esperienze delle Corti nazionali stiano contribuendo alla formazione di questi e ne siano a loro volta influenzate, in una sorta di "costitutional cross fertilization", od invece ne divergano in modo sostanziale, creando una situazione di tensione tra i diversi livelli ordinamentali del sistema comunitario.