Nel diritto amministrativo nazionale la tutela accordata al legittimo affidamento è una tutela assai limitata e circoscritta ad ipotesi forse marginali. La stessa cosa non può dirsi, invece, probabilmente, con riguardo al diritto comunitario, dove questo principio - di derivazione dal diritto tedesco - ha trovato e trova ampia applicazione nella giurisprudenza della Corte di giustizia comunitaria.
Quanto ai suoi contenuti concreti, questo principio ha, in particolare, lo scopo di porre un limite - anche di ordine temporale - alla latitudine del potere discrezionale dell'autorità: la obbliga, infatti, a confrontare, in concreto, l'interesse pubblico con le aspettative legittimamente maturate dal privato e consente, quindi, fra l'altro, una diversa ripartizione del rischio derivante dalle varie possibilità di sopravvenienze.
Il bilanciamento imposto dall'applicazione del principio del legittimo affidamento si impone, in particolare, quando si tratti di esercitare il potere di annullamento di un atto amministrativo illegittimo ovvero il potere di revoca di un atto individuale legittimo, comunque attributivi di situazioni soggettive favorevoli. Ma non soltanto.
Obiettivo della presente ricerca è di indagare il fenomeno - attraverso un esame della giurisprudenza nazionale e comunitaria in argomento - sotto almeno tre diversi profili.
Il primo profilo concerne la rilevanza e il peso dell'interesse pubblico come elemento che è in grado di incidere sulla tutela in concreto di questo principio. Si tratta, cioè, di verificare in che misura l'esistenza di un interesse pubblico inderogabile - e la qualificazione in tal senso che troppo spesso si attribuisce all'interesse pubblico - sia in grado di ridurre la tutela in concreto di questo principio, sino ad annullarla quasi del tutto (come nel caso , ad esempio, dell'assoluta preminenza che il giudice comunitario assegna all'interesse comunitario almeno per quanto riguarda l'esecuzione dei provvedimenti statali di recupero di aiuti indebitamente erogati secondo il diritto comunitario).
- Il secondo profilo d'indagine concerne la rilevanza del fattore tempo nella definizione dell'interesse pubblico. Si tratta qui di verificare in che misura, e sino a che punto, il tempo sia in grado di consolidare le posizioni favorevoli del privato sino al punto di escludere la possibilità di fare valere l'esistenza di un interesse pubblico che imporrebbe il sacrificio di queste posizioni.
- Il terzo profilo riguarda, infine, gli elementi di eventuale discrasia, sotto i profili testé elencati, fra diritto interno e diritto comunitario e le conseguenze che se devono trarre.