L'attuazione in Italia della direttiva 2004/38 sulla libera circolazione dei cittadini dell'Unione
Progetto Lo scopo della ricerca è quello di analizzare l'attuazione in Italia della direttiva 2004/38. Tale direttiva unifica in un unico testo tutti i provvedimenti in precedenza in vigore relativi alle condizioni di ingresso, soggiorno e allontamento dei cittadini dell'Unione, anche tenendo conto della copiosa giurisprudenza della Corte di giustizia. Si tratta del più importante provvedimento sulla libera circolazione delle persone. Poiché esso assume la forma di una direttiva, gli Stati devono adottare i provvedimenti necessari per recepirla nel loro ordinamento. Il procedimento di attuazione in Italia, che si è concluso con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 27 marzo 2007 del Decreto legislativo n. 30 del 2007, è stato complesso. Durante i lavori preparatori, il dibattito si è concentrato in modo pressoché esclusivo sul riconoscimento del diritto di ingresso e soggiorno delle coppie di fatto, problema che riveste invece un'importanza marginale dell'economia generale della direttiva. Tuttavia, numerosi sono i profili che giustificano un attento esame. Saranno di seguito indicati gli aspetti da approfondire.
Il trattamento dei familiari del cittadino dell'Unione che non hanno la cittadinanza di uno Stato membro: la legislazione italiana attuale sul punto non è conforme al diritto comunitario. La ricerca mira ad accertare se il Decreto legislativo e la prassi applicativa superano i motivi di critica o se, al contrario, li perpetuano.
Le formalità amministrative cui il diritto al soggiorno è subordinato: nelle prescrizioni relative ai documenti che il cittadino dell'Unione deve produrre si possono annidare ostacoli al diritto di circolazione, che lo stesso Trattato di Roma conferisce all'art. 18.
Le deroghe alla parità di trattamento: la direttiva stessa ammette che, in certi casi, gli Stati possano derogare al divieto generale di discriminazione in base alla nazionalità. E' necessario allora verificare se l'Italia si è avvalsa correttamente dei margini di discrezionalità ad essa conferiti, oppure ne abbia abusato, violando così il diritto comunitario.
Le garanzie giurisdizionali in caso di espulsione: lo Stato può espellere un cittadino dell'Unione, ma deve assicurare il rispetto di severe condizioni, sia sostanziali sia procedurali, che devono costituire oggetto di revisione giurisdizionale. Anche sotto questo profilo, la ricerca mira a verificare come l'Italia ha attuato la direttiva e come la applica. La prassi in materia di espulsione sarà analizzata con particolare cura, anche alla luce degli standard previsti dalle convenzioni internazionali sui diritti umani.