La ricerca ha l¿obbiettivo di affrontare in chiave comparativa, per quanto riguarda la Lombardia (e soprattutto la sua area di confine) e il Canton Ticino, il problema della formazione, della tipologia e dell¿evoluzione del ceto imprenditoriale, della classe operaia e di quello strato di lavoratori che viene normalmente definito come ¿impiegatizio¿. Ovviamente le caratteristiche di questi ceti sociali dipendono in primo luogo dalle traiettorie economiche dei territori dove essi sono attivi: nel caso in questione si è poi di fronte a modelli ben diversi, in quanto la Lombardia ha conosciuto uno sviluppo industriale relativamente precoce, mentre il Cantone svizzero è rimasto molto arretrato fino agli anni `60 del `900. La presenza della frontiera ha dunque operato come discriminante nella conformazione economico-sociale. Da ciò deriva l¿interesse di esaminare la diversa evoluzione di due parti di un¿area che in realtà si presenta, sul piano etnico-linguistico, come omogenea. Particolarmente interessante appare poi l¿attenzione verso il ceto impiegatizio: nella parte lombarda la sua progressiva espansione si presenta come effetto della ¿terziarizzazione¿ sia delle strutture organizzative delle stesse imprese industriali, sia dell¿economia regionale nel suo insieme; nella parte ticinese si ha invece una costante inclinazione della popolazione locale verso l¿occupazione impiegatizia, inclinazione che si è ancor più irrobustita nella seconda metà del Novecento, in occasione dell¿impetuoso sviluppo finanziario del Cantone. Qui le forze di lavoro operaie tendono ad essere principalmente straniere, attraverso il ricorso all¿iimmigrazione permanente o frontaliera. Le fonti di riferimento saranno in Svizzera i fondi conservati nell¿Archivio di Stato di Bellinzona, nonché alcuni archivi d¿impresa (Cima Norma, Forbo, Fabbrica Tabacchi di Brissago¿); le fonti italiane sono molto più numerose e non vi è qui spazio per elencarle, variando dagli archivi pubblici a quelli privati.