Effetto della presenza nel plasma di isoflavoni, coniugati o liberi, sulla suscettibilità del DNA linfocitario al danno ossidativo
Progetto Un rilevante numero di pubblicazioni scientifiche ha messo in risalto il ruolo degli isoflavoni, principali flavonoidi presenti nella soia e prodotti derivati, nella prevenzione di diverse patologie cronico-degenerative. Un numero decisamente più limitato di pubblicazioni suggerisce l¿ipotesi che, oltre all¿attività fitoestrogenica, anche l¿attività antiossidante possa contribuire all¿attività salutistica correlata al consumo di soia.
Studi preliminari condotti dal nostro gruppo di ricerca hanno dimostrato sia in vitro che in vivo l¿efficacia della somministrazione di isoflavoni nel prevenire il danno ossidativo a macromolecole cellulari. Tuttavia, diversi lavori, tra cui anche uno condotto nel nostro laboratorio, suggeriscono che l¿attività antiossidante di questi composti sia attribuibile in maniera preponderante alla presenza in circolo di isoflavoni sotto forma di agliconi e che al contrario le reazioni di coniugazione, conseguenti al loro metabolismo, possano comprometterne l¿efficacia biologica.
Scopo della presente ricerca sarà quello di indagare la distribuzione ematica dei metaboliti degli isoflavoni correlandola alla loro capacità di prevenire il danno ossidativo al DNA. Inoltre, verrà valutato se i livelli circolanti di isoflavoni presenti come agliconi, dipendano dalla modalità o dai livelli di assunzione o siano correlati alla capacità individuale di metabolizzarli. A tale scopo verranno pianificati due protocolli che prevedranno, su soggetti sani, la supplementazione singola o multipla di isoflavoni in specifici contesti alimentari e la valutazione, ad opportuni tempi, 1)della concentrazione plasmatica totale degli isoflavoni (coniugati + agliconi) o dei soli agliconi e 2) della suscettibilità del DNA al danno ossidativo. I risultati del presente lavoro contribuiranno sia a verificare l¿ipotesi secondo cui l¿attività antiossidante sarebbe correlata alla presenza nel plasma di isoflavoni sotto forma di agliconi e sia a chiarire il ruolo del metabolismo endogeno degli isoflavoni nei confronti di tale attività biologica. Nelle migliori ipotesi, i risultati di questo studio potranno anche suggerire le modalità di assunzione di isoflavoni con la dieta più ottimali per raggiungere la massima concentrazione plasmatica della forma biologicamente attiva.