Il gruppo di ricerca si propone di approfondire alcuni strumenti per la valutazione delle politiche familiari per quel che concerne:
- la tassazione equa; - l'individuazione di soglie di disagio socio economico (means test); - la valutazione della qualita' dei servizi; - la formazione del capitale umano.
Il sistema fiscale italiano per quel che concerne l'imposta sui redditi della persone non ha mai seguito una linea coerente di intervento intesa a garantire simultaneamente sia il rispetto della equita' orizzontale che di quella verticale. Recentemente Lambert e Yitzahki (1995), Ebert e Moyes (2000), (2004), hanno posto le basi teoriche per l'analisi del problema. Vernizzi e Monti, in collaborazione con l'Universita' Oskar Lange di Breslavia hanno gia' analizzato alcuni requisiti che un sistema misto, quoziente familiare e deduzioni, dovrebbe possedere per poter garantire i due aspetti dell'equita' e intendono proseguire in questa direzione affinando gli indicatori di misurazione della disuguaglianza all'interno e fra i diversi gruppi socio-demografici che compongono il contesto italiano. In questo approccio un ruolo fondamentale e' giocato dalla scelta delle scale di equivalenza, che devono essere stimate coerentemente con la funzione di utilita' individuata per la comparazione del benessere delle famiglie. Le scale di equivalenza sono poi utilizzate anche per stabilire le linee di disagio economico e per l'accesso a servizi sussidiati dai diversi enti pubblici. La valutazione della soddisfazione delle famiglie dipende da un lato dalla qualita' di servizi che corrispondano alle aspettative e ai bisogni reali delle famiglie stesse e dall'altro dalla possibilita' di scegliere e di accedere a tali servizi; cio' e' favorito da una politica fiscale equa, che preveda strumenti di negative income tax. La formazione del capitale umano dipende dalla interazione fra l'attivita' educativa della famiglia e la sua capacita' di interfacciarsi con le agenzie formative.