I domini rodanesici sono moduli strutturali versatili (1) ampiamente distribuiti con possibili ruoli in processi di detossificazione. Questo progetto si propone di definire la presenza e la regolazione dell'espressione di proteine rhodanese-like in specie batteriche isolate da terreni inquinati da idrocarburi poliaromatici. Come riferimenti tipologici utilizzeremo SseA e RhdA, esempi dei due differenti "sub-domains" delle proteine della superfamiglia di omologia delle rodanesi. In studi precedenti (2-4) abbiamo dimostrato che i motivi strutturali del sito attivo di Escherichia coli SseA e di Azotobacter vinelandii RhdA sono selettivi per discriminare il donatore di zolfo nella reazione catalizzata in vitro. Il sito attivo di SseA rappresenta la "functional signature" per l'attività 3-mercaptopiruvato:cianuro solfotransferasi (MST), mentre il sito attivo di RhdA è discriminante per l'attività tiosolfato:cianuro solfotransferasi (TST). Gli anticorpi anti-RhdA non riconoscono SseA, e viceversa per gli anticorpi anti-SseA, un dato importante per discriminare la presenza di proteine RhdA- o SseA-like. Il nostro obiettivo è quello di definire se l'espressione di rhodanese-like proteine venga modulata dalla presenza dello xenobiotico (i.e. fenantrene), utilizzando come riferimento i ceppi cresciuti in presenza di glucosio. Lo screening primario di attività e immunorivelazione ci porterà a selezionare i ceppi dove identificare i geni codificanti proteine rhodanese-like, utilizzando primers selettivamente disegnati per identificare geni potenzialmente codificanti TSTs o MSTs. Nei ceppi con presenza di definiti geni di rhodanese-like proteine verrà analizzata l'espressione a livello di mRNA utilizzando RT-PCR e RT-PCR semiquantitativa.
1- Bordo D, Bork P (2002) EMBO Rep. 3, 741
2- S. PAGANI et al. (2000) FEBS Letters 472, 307
3- D. BORDO et al. (2001) Biological Chemistry 382, 1245
4- R. COLNAGHI et al. (2001) FEBS Letters 500, 153