La mortalità dovuta e sepsi severa (presenza di disfunzione d¿organo dovuta alla presenza di infezione) e di shock settico (ipotensione non reversibile con l¿infusione di liquidi in associazione a disfunzione d¿organo dovuta ad infezione) continuano ad essere una importante causa di mortalità [1, 2] al punto da generare una campagna internazionale di sensibilizzazione al problema e di orientamento circa il trattamento precoce [3]. Uno dei problemi ancora non risolti riguarda la diagnosi precoce di sepsi. Proprio nell¿ambito di linee guida di riferimento circa la definizione di infezione nella diagnosi di sepsi, sono citati come potenzialmente rilevanti i cosiddetti ¿marcatori aspecifici di infezione¿ [4]. Alcuni di questi rivestono un importante ruolo nella diagnosi precoce della sepsi. Nello studio che proponiamo intendiamo analizzare alcuni di questi marcatori biologici nel contesto clinico della sepsi peri-operatoria. L¿obiettivo dello studio è di individuare una possibile associazione tra marcatori biochimici peri-operatori ed eventi clinici postoperatori (complicanze), testando l¿ipotesi che sia possibile stratificare pazienti a rischio di complicanze successive già dalle prime ore perioperatorie.
Verranno raccolti dati clinici inerenti lo stato funzionale dei pazienti (prericovero), il trattamento (camera operatoruia), gli eventi-complicanze, la lunghezza della degenza, e l¿esito delle cure (post-operatorio).
1.Dillinger RP (2003). Crit Care Med, 31:946-955
2.Friedman G, Silva E, Vincent JL (1998). Crit Care Med, 26:2078-2086
3.Dillinger RP, Carnet JM et al. (2004). Crit Care med, 30: 536-555
4.Cohen J, Brun-Buisson C et al. (2004) Crit Care Med,32(11 Suppl):S466-94.