Data di Pubblicazione:
2013
Citazione:
Latti formulati / E. Verduci. ((Intervento presentato al 25. convegno Congresso Nazionale SIPPS tenutosi a Bari nel 2013.
Abstract:
Il latte materno fornisce componenti
di valore sia strutturale (ovvero
per l’accrescimento somatico) che
funzionale (potendo modificare la
qualità stessa dello sviluppo).
Scopo delle moderne formule è di
arrivare ad avvicinare negli allattati
alimentati con formula gli effetti
funzionali associati alle singole
componenti del latte materno.
Sono oggi disponibili alcuni dati,
ricavati da studi scientificamente
corretti, che permettono di giudicare
con obiettività i possibili effetti
di alcune modifiche quantitative e
qualitative dei latti formulati. Ruolo
del pediatra oggi è di: 1. giudicare
correttamente la crescita degli allattati
al seno per definire oggettivamente
l’eventuale necessità di una
complementazione con formula 2.
avere gli strumenti scientifici per
giudicare gli effetti attribuibili alle
formule stesse 3. interagire con la
mamma per enucleare gli eventuali
problemi oggettivamente legati
all’allattamento artificiale, ed eliminare
alcuni aspetti legati invece alle
attese in termini di alimentazione
e comportamento alimentare delle
madri stesse.
I recenti sviluppi nella composizione
delle formule sono indirizzati a
riprodurre gli effetti funzionali più
che la composizione quantitativa
del latte materno e gli ultimi studi
sulla composizione del latte materno
hanno evidenziato la presenza
di fattori “funzionali”, la cui sintesi e
successiva aggiunta alle formule potrebbe
avere effetti a medio e lungo
termine sulla qualità dello sviluppo,
con particolare riferimento alla performance
psicointellettiva, alla prevenzione
di stati di sovrappeso, alla
resistenza alle infezioni e alla prevenzione
delle allergie. Tra i maggiori
nutrienti a valenza funzionale
sono oggi considerati:
• gli acidi grassi polinsaturi a lunga
catena (LCPUFA, Long-Chain
Polyunsaturated Fatty Acids) per
la composizione del tessuto cerebrale
e per lo sviluppo neurologico;
• i probiotici e i prebiotici per la flora
batterica intestinale e la difesa
immunitaria locale a livello intestinale,
con possibili riflessi anche
a livello generale;
• i nucleotidi per la promozione
della risposta immunitaria.
Inoltre, si ritengono di grande importanza:
• possibili modificazioni nella composizione
quantitativa e qualitativa
delle proteine per bilanciare il
pattern aminoacidico plasmatico
(rilevante per la funzione dei neurotrasmettitori,
soprattutto negli
stadi più precoci dello sviluppo
cerebrale) e per ridurre l’intake
proteico nelle prime epoche di
vita (fattore riconosciuto importante
per la prevenzione di sovrappeso
e obesità);
• l’introduzione di proteine idrolizzate
per la prevenzione dell’atopia.
Attualmente è in corso il progetto
EarlyNutrition, progetto multicentrico
finanziato dalla Comunità Europea
rientrante nell’ambito del 7th
Framework Programme for Research
and Technological Development,
nasce con l’intento di verificare le
ipotesi riguardanti l’associazione
tra nutrizione nelle fasi precoci dello
sviluppo e impatto sullo stato di
salute, con particolare attenzione
a identificare possibili vie nutrizionali
di prevenzione dell’obesità e
delle patologie ad essa associate.
Gli obiettivi di tale progetto sono
molteplici, essendo volto sia a dimostrare
l’associazione ipotizzata
che a chiarire i meccanismi patogenetici
sottostanti e l’entità di un
eventuale vantaggio della scelta di
determinate abitudini nutrizionali
in gravidanza, nella prima infanzia
e nel bambino. La prospettiva finale
di tale studio non è solo garantire
un adeguato sviluppo al singolo,
quanto piuttosto determinare un
vantaggio per tutta la collettività,
orientando l’industria alimentare e
favorendo l’affermarsi di una diversa
cul
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
E. Verduci
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