Ricerche archeologiche e paleoambientali nel sito preistorico delle Colombare di Negrar di Valpolicella (VR) e sua valorizzazione
Progetto Le Colombare di Negrar di Valpolicella (VR) sono un sito chiave per la comprensione dell’evoluzione socioeconomica e culturale dell’Italia settentrionale nel periodo compreso tra il Neolitico recente e l’età del Bronzo. Il sito si configura inoltre, anche per la sua strategica collocazione geografica al margine dell’idrovia atesina, come un nodo essenziale delle comunicazioni e del transfer interculturale a vasto raggio con l’area padana e alpina. Lo sfruttamento locale dell’ottima selce vetrosa dei Lessini pone le Colombare al centro di una fitta rete di scambi di materie prime che specialmente nella preistoria recente investivano sia la Pianura Padana che le aree alpine interne al di qua e al di là dello spartiacque alpino. Il progetto, avviato nel tardo 2018, ha ripreso, con criteri scientificamente e metodologicamente aggiornati, lo scavo in un sito preistorico indagato per la prima volta più di settant’anni fa. Il taglio fortemente paleoambientale del progetto è teso a precisare il carattere dell’economia di sussistenza del sito attraverso lo studio dei resti botanici (mai tentato prima: vedi allegato di progetto) e faunistici (sottoponendo tra l’altro a verifica e integrazione gli studi condotti da Alfredo Riedel degli anni ‘70 del secolo scorso), e inoltre la durata effettiva della sua occupazione. I campionamenti intra-, extra-, ed off-site sono finalizzati alla ricostruzione della qualità delle attività antropiche e della loro collocazione nell’ambiente naturale/non (o apparentemente non) antropizzato, onde valutarne, tra l’altro, l’effettivo impatto esercitato su di esso. Gli scavi intendono infine verificare il carattere anche funerario del sito, indiziato dalla scoperta (scavi Zorzi 1953) di una sepoltura di infante. Dai dati raccolti sul campo e dalle relative indagini di laboratorio è atteso un contributo decisivo alla formulazione di una sintesi paleoambientale e paleoeconomica del sito in un quadro geografico esteso a tutti i Lessini occidentali. È infatti parte integrante della ricerca l’indagine geomorfologica, geoarcheologica e pedologica, e inoltre una valutazione a livello territoriale (archeologia spaziale) incaricata di collocare diacronicamente il sito nelle dinamiche del popolamento locale (archeologia globale). Anche in ragione del numero assai limitato di siti di questa età scavati in modo appropriato, le componenti georcheologiche, paleoambientali e paleoecologiche del IV e del III millennio a.C. sono in generale insufficientemente note. Le ricerche archeobiologiche, che pure non sono mancate nel macroareale di studio, necessitano di un incremento del numero di siti studiati e, segnatamente, di una precisazione del nesso tra orizzonti culturali e fenomeni climatici e ambientali. All’insieme di queste necessità le Colombare di Negrar di Valpolicella sembrano corrispondere appieno. Il sito possiede al momento una tutela di tipo solamente paesaggistico. Tra le finalità del progetto, condiviso con la SABAP per le province di Verona, Vicenza e Rovigo che condirige lo scavo nella persona della funzionaria archeologa Dr.ssa Paola Salzani, figura anche la raccolta di informazioni scientifiche utili alla imposizione di un vincolo diretto di tipo archeologico, alla valorizzazione del sito archeologico e naturale ai più diversi livelli di fruizione (scientifico, di alta divulgazione, didattico, eventualmente turistico etc.) e al coinvolgimento della popolazione locale in un’ottica di archeologia pubblica e partecipata.