Il progetto “BullAUT” ha come obiettivo fondamentale quello di migliorare l’inclusione e la relazione, di come favorire lo scambio tra pari, di quali risorse e strategie si possono adottare a scuola per favorire la comunicazione, in vista anche, ma non solo, di prevenire eventuali atti di bullismo. Spesso, infatti, le persone con autismo non parlano e anche quando lo fanno possono presenta-re un linguaggio bizzarro, così come modi di fare “strani”. Ciò può segnatamente portarle all'isolamento sociale o addirittura a renderle vittime di fenomeni di scherno o di vero e proprio bullismo. Inoltre, l’incapacità di raccontare ciò che succede loro, così come di interpretare il contesto, non riuscendo a decifrare le reali intenzioni del prossimo, le rende particolarmente fragili e incapaci di difendersi. Con questo progetto, dunque, il nostro obiettivo è quello di migliorare la conoscenza dell’autismo, fornendo da una parte agli insegnanti gli strumenti per approfondire la conoscenza delle caratteristiche della mente autistica e per favorire l’interazione tra pari, e dall'altra e ai ragazzi l’opportunità di vedere i compagni autistici sotto una luce nuova, ma soprattutto quella di coinvolgere gli alunni autistici nella realizzazione di strumenti condivisi utili all'intera comunità di pratica, ma in primis a se stessi. Tutti i membri attivi delle fasi in presenza e delle Comunità di Pratica andranno a formare una unica Comunità di Interesse, online su un framework condiviso realizzato in modo partecipativo e che avrà come obiettivo quello condivisione dei video modeling. Lo scopo della formazione è fondato su un concetto innovativo di “integrazione all'inverso”. Spesso, infatti, gli alunni affetti da autismo non parlano e anche quando lo fanno possono presentare un linguaggio bizzarro e/o incomprensibile; ciò può segnatamente portarle all'isolamento sociale o addirittura renderle vittime di fenomeni bullismo e cyberbullismo. Inoltre, l’incapacità di raccontare ciò che succede loro, così come di interpretare il contesto, non riuscendo a decifrare le reali intenzioni del prossimo, le rende particolarmente fragili e incapaci di difendersi.
Il risultato atteso con una formazione di circa 16 ore è quello, da una parte, di migliorare la conoscenza dell’autismo, fornendo alla comunità di interesse gli strumenti per approfondire le caratteristiche della mente autistica al fine di favorire l’inclusione e l’interazione tra pari, e dall'altra offrire spunti tecnico – giuridici e criminodinamici sul fenomeno ai sensi della legge 29 maggio 2017, n. 71.
Il contributo specifico di UNIMI verterà sulla progettazione partecipativa di un sistema interattivo volto alla creazione di contenuti video a supporto di studenti affetti da sindrome dello spettro autistico per l’identificazione di atti di bullismo nelle sue varie forme. La tecnica che i partner intendono adottare ed implementare nel progetto è quella del video modeling, cioè un approccio all'apprendimento orientato all'imitazione. Lo strumento interattivo che si intende realizzare prevede la coesistenza di tre ambienti distinti ma interconnessi: ambiente per gli studenti, ambiente per gli esperti di dominio e gli stakeholder, ambiente di fruizione dei contenuti video. Il risultato atteso da questa attività è quello di valutazione dell’accettabilità, accessibilità, usabilità e user experience del sistema introdotto direttamente in un istituto scolastico e testato quindi con i suoi potenziali utilizzatori. La versione in cooperative learning, quindi attraverso un mezzo partecipativo risulta bivalente per chi crea e per chi ne fruisce.