Ottimizzazione del sistema hardware e software applicato alle strutture di protezione di tipo autoROPS destinate a trattori agricoli o forestali (AUTOROPS)
Progetto In Italia, le coltivazioni specializzate (vigneti e frutteti) sono particolarmente diffuse, specie in zone collinari e talvolta anche montane, caratterizzate da terreni declivi, spesso con pendenze notevoli. Dal punto di vista della stabilità, le lavorazioni agricole che vi si svolgono presentano evidentemente una maggior criticità rispetto alle condizioni di operatività in piano. In più, per consentire un agevole transito tra i filari, che spesso sono di larghezza ridotta, vengono usati trattori cosiddetti a “carreggiata stretta”, ovvero particolarmente compatti per ciò che concerne proprio la loro larghezza. Ciò risulta essere, con tutta evidenza, un fattore significativamente peggiorativo per la stabilità del complesso trattore-attrezzatura. Da ormai più di 60 anni, la principale misura di sicurezza adottata per proteggere l’operatore in caso di ribaltamento del trattore consiste nell’installare una struttura metallica di protezione intorno al posto di guida (il ROPS, Roll Over Protective Structure), in grado di salvaguardare uno spazio vitale nell’intorno dell’insieme volante-sedile, cioè nella posizione in cui rimarrebbe il conducente in caso di ribaltamento, beninteso con la cintura di sicurezza regolarmente allacciata. Una delle tipologie di ROPS ammesse dalle principali normative internazionali in argomento per il montaggio sui trattori a carreggiata stretta consiste in un semplice roll-bar a due montanti collocato anteriormente al posto di guida, che può essere abbattuto di 90° circa, ruotandolo su perni e mettendolo in posizione orizzontale, cioè di riposo. Ciò anche per consentire il transito dei trattori a carreggiata stretta negli interfilari delle coltivazioni specializzate, senza rischiare di danneggiare i rami o i tralci più bassi e permettere il rimessaggio in fabbricati con aperture anguste. Attualmente, la movimentazione del roll-bar è manuale, e prevede solitamente di agire, sfilandoli, su una coppia di perni, per consentire la rotazione del roll-bar e il suo successivo fissaggio rispettivamente dalla posizione di protezione a quella di riposo e viceversa. Tale incombenza, teoricamente da ripetere parecchie volte in una singola giornata, è di fatto ignorata dalla quasi totalità degli operatori, che quindi lavorano di fatto con il roll-bar sempre abbassato, ovvero senza alcuna forma di protezione. A tale proposito, statistiche non ufficiali stimano in 15-20 all’anno gli incidenti mortali per ribaltamento che vedono coinvolti trattori a carreggiata stretta, effettivamente provvisti di rollbar, ma che al momento dell’evento era in posizione di riposo. Di recente, si è cercato di agevolare la movimentazione del roll-bar, introducendo nelle normative dedicate il limite di 100 N (in condizioni d’uso standard) relativamente al massimo sforzo fisico da esercitare da parte dell’operatore, ma è indubbio che la sequenza esecutiva dell’operazione rimane comunque la medesima, tale che per negligenza, fretta e/o sottovalutazione del pericolo la movimentazione descritta non venga affatto realizzata. D’altra parte, una soluzione definitiva a tale problema sarebbe quella di dotare i trattori a carreggiata stretta di una struttura di tipo fisso, ovvero di una cabina o un telaio a 4 montanti ma, pur rappresentando la soluzione migliore, ciò costituisce un aggravio economico non indifferente per trattori di potenza limitata, e quindi di costo non elevato. Inoltre, nel sud e in parte del centro del nostro Paese dal punto di vista climatico la cabina risulta essere spesso superflua; e, in ogni caso, il trattore completo di struttura fissa dovrebbe comunque risultare particolarmente compatto in altezza, per evitare il suddetto danneggiamento di rami e tralci pendenti. Ci sono già alcune realizzazioni commerciali che vanno in questa direzione, ma l’altezza globale della macchina è considerata ancora eccessiva rispetto alle esigenze. Una via piuttosto promettente, praticata a livell