L’epatite E è causata da un piccolo virus (27-34 nm), sprovvisto di envelope, a singola elica di RNA con polarità positiva, che appartiene al genere Hepevirus, famiglia delle Hepeviridae. Il genoma dell’HEV ha una lunghezza di circa 7.2 Kb e contiene tre Open Reading Frames (ORFs) parzialmente sovrapposte. E’ stato identificato un unico sierotipo di HEV per i mammiferi e quattro genotipi maggiori: il genotipo 1 causa vaste epidemie veicolate dall’acqua in Asia e Africa mentre il genotipo 2 è meno diffuso e geograficamente confinato al Messico e in alcune aree dell’Africa (Chad e Nigeria); entrambi i genotipi 1 e 2 infettano l’uomo. Il genotipo 3 è presente nei Paesi industrializzati (Europa, USA) mentre il genotipo 4 è stato isolato per lo più in Cina e Giappone e, più recentemente, in Europa. I genotipi 3 e 4 sono normalmente presenti nei maiali, nei cinghiali e nei cervi e possono infettare l’uomo come ospite accidentale; pertanto si ritiene che sia HEV3 sia HEV4 abbiano un’origine zoonotica.
L’epatite virale di tipo E è un problema di sanità pubblica per lo più nei Paesi in via di sviluppo dove si verificano sia casi sporadici sia epidemie veicolate dall’acqua in grado di causare un elevato numero di casi di malattia e decessi, specialmente nelle donne gravide. Vaste epidemie di epatite E che hanno coinvolto decine di migliaia di casi sono state riportate in Asia, Africa, America centrale e Medio Oriente, dove le condizioni igienico-sanitarie sono scarse. Tali epidemie, sostenute primariamente da HEV1 in Asia e, meno frequentemente, da HEV2 in Africa e Messico, sono principalmente trasmesse da acqua contaminata. In Paesi non endemici come Europa, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e USA, l’epatite E è generalmente diagnosticata in viaggiatori di ritorno da aree endemiche, anche se in anni recenti è stato segnalato un numero crescente di casi sporadici in pazienti che senza storia di viaggi in paesi endemici.
Mentre i casi di infezione da HEV legate ai viaggi sono generalmente causate dal genotipo 1, i casi autoctoni sono causati dal genotipo 3 e, anche se in misura minore, dal genotipo 4. Nei Paesi endemici l’epatite E sostenuta dai genotipi 1 e 2 è di solito una malattia autolimitante con normalizzazione delle ALT e risoluzione dei sintomi nel giro di poche settimane. Nel corso di epidemie è stato osservato un elevato tasso di mortalità nelle gravide (15-20%), specialmente se l’infezione viene contratta nel terzo trimestre. Non sono mai stati riportati casi di infezione cronica sostenuta da HEV1 e HEV2. Tuttavia, nel 2008 in Francia per la prima volta sono state riportate infezioni persistenti da HEV di genotipo 3 in trapiantati d’organo in trattamento immunosoppressivo. Questa evidenza è stata successivamente confermata in pazienti immunocompromessi sottoposti a terapia oncologica e in soggetti infetti da HIV. Nei Paesi industrializzati sono state infine descritte diverse manifestazioni extraepatiche associate all’infezione da HEV, inclusa artrite, pancreatite e anemia plastica, sindrome di Guillain-Barrè, paralisi di Bell, neuropatia periferica, atassia e confusione mentale.
L’epatite E è attualmente prevenibile mediante vaccinazione. Sono stati sperimentati due vaccini ricombinanti contro l’epatite E, uno dei quali ha recentemente ricevuto l’autorizzazione all’uso in Cina. La disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci rende l’introduzione della vaccinazione possibile, specialmente nei paesi in via di sviluppo dove i tassi di morbosità e mortalità associati all’HEV sono elevati.
L’obiettivo generale del presente studio è quello di valutare la diffusione dell’infezione da HEV in Italia. Tra gli obiettivi specifici, lo studio prevede una sorveglianza virologica per HEV sui casi segnalati.
Materiali e metodi
Lo studi