Good practices for protecting victims inside and outside the criminal process è un progetto europeo finanziato dalla Commissione UE nel quadro del programma Criminal Justice (JUST/2011-2012/JPEN/AG). La ricerca è condotta dalle Università di Milano, Bologna e Siviglia e dalla Association de Recherches Pénales Européennes, con il coordinamento del prof. Luca Lupária, professore di Procedura Penale nell’Università degli Studi di Milano. Il principale proposito del progetto è di offrire una serie di spunti scientifici e linee interpretative sul tema della posizione della vittima nel processo penale degli Stati membri e della protezione dei diritti fondamentali ad essa assicurati dalla legislazione europea. Per lungo tempo il ruolo della vittima nel procedimento penale è rimasto ai margini del dibattito della dottrina. La situazione è andata modificandosi solo a seguito dell’adozione, da parte del Consiglio Europeo, della decisione quadro 2001/220/GAI. A partire dal Marzo 2001, data di emanazione del predetto testo normativo, numerosi sono stati gli studi riguardanti la protezione delle persone offese e i poteri loro attribuiti nel contesto del processo penale. La tutela dei diritti della vittima è oggi senza alcun dubbio diventata una delle priorità della politica dell’Unione Europea in tema di giustizia penale. Nelle dinamiche giudiziarie dei singoli Paesi membri si continua tuttavia a riscontrare una scarsa sensibilità verso le esigenze delle vittime. Il problema è poi acuito dall’inesperienza degli operatori del settore nel rapportarsi con questi soggetti, portatori di esigenze specifiche e particolarmente delicate, che vanno tenuti al riparo da qualsiasi forma di discriminazione, vittimizzazione, intimidazione o vittimizzazione secondaria. Queste ragioni hanno spinto il Parlamento europeo e il Consiglio ad adottare di recente la Direttiva 2012/29/UE, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, al fine di rafforzare la loro posizione nell’ambito dei procedimenti penali, innalzando ulteriormente quegli standard di tutela e protezione già contenuti nella decisione quadro 2001/220/GAI. Il principale intento della nuova Direttiva è quello di prescrivere agli Stati membri l’adozione di misure che assicurino alle persone offese il diritto a ricevere informazioni, supporto e protezione, nonché la piena facoltà di partecipare attivamente ed efficacemente al processo penale. Ed è proprio in questo rinnovato contesto normativo che si incardina il nostro progetto di ricerca, con il dichiarato intento di avanzare proposte atte a implementare le disposizioni della Direttiva 2012/29/UE, non solo da un punto di vista normativo ma anche attraverso lo sviluppo di buone pratiche condivise e fruibili nei vari ordinamenti nazionali. L’azione si focalizzerà sull’analisi scientifica dei sistemi processualpenalistici di Italia, Francia e Spagna, nell’ottica di produrre risultati spendibili anche negli altri Stati membri dell’Unione.