Risk analysis per il controllo delle ICPA nelle Unità Operative di terapia intenziva e di chirurgia e per la valutazione dell'efficacia di strategie preventive nella pratica clinica
Progetto ~~RAZIONALE (con riferimento alle evidenze scientifiche ed alla fattibilità):
Le Infezioni Correlate alle Pratiche Assistenziali (ICPA) sono considerate l’evento avverso più frequente nell’ambito dell’assistenza sanitaria. Negli ultimi anni, in seguito alla crescente consapevolezza dell’importanza di tale problema, l’impatto causato da queste infezioni è diventato una priorità assoluta sull’agenda Europea di Sanità Pubblica (Kaier et al., 2011).
Le Unità di Terapia Intensiva (UTI) sono inevitabilmente associate con i più alti tassi di infezione nelle strutture sanitarie a causa dell’esposizione dei pazienti a fattori di rischio intrinseci (quali, ad esempio, la gravità della malattia o l’immunocompromissione) ed estrinseci (quali ad esempio, l’esposizione a procedure invasive quali la ventilazione meccanica o la cateterizzazione venosa centrale).
Un punto fondamentale è quindi quello di chiarire il contributo dei fattori di rischio associati all’infezione, sia intrinseci che estrinseci, nonché delle variabili di contesto in particolare quelle riconducibili agli aspetti organizzativi. I dati a disposizione sono ampiamente dipendenti dai metodi utilizzati per studiare le caratteristiche intrinseche dei pazienti, il tipo di infezione, e l’agente patogeno. Si rendono necessari studi su larga scala per fornire informazioni dettagliate su tutti questi fattori. Inoltre, sono necessarie tecniche statistiche e modelli avanzati di analisi del rischio, che tengano conto del tipo e della durata dell'esposizione (Lambert et al. , 2011).
L’identificazione dei fattori di rischio permette, infatti, di stabilire e differenziare quelli modificabili, su cui indirizzare gli interventi di controllo, da quelli non-modificabili ma predittivi, consentendo lo sviluppo di interventi mirati per ridurre il rischio di infezione.
La sorveglianza epidemiologica delle ICPA costituisce uno strumento importante per la gestione della qualità in ospedale e per la valutazione dell’efficacia degli interventi di controllo (Zuschneid et al., 2010). Da un punto di vista epidemiologico, mentre l'efficacia teorica – efficacy – viene valutata mediante studi randomizzati e controllati (Randomized Controlled Trials, RCT), l’efficacia operativa – effectiveness –definita come l'effetto di un intervento di Sanità Pubblica di cui sia già stata dimostrata l’efficacia teorica, viene analizzata mediante studi epidemiologici di coorte o caso-controllo, in quanto valuta l'effetto dell’intervento sulla popolazione a rischio. Gli studi di efficacia operativa valutano la pratica clinica e riflettono le circostanze della vita reale (Feinstein AR, 1985). Poiché l’obiettivo della presente ricerca è la valutazione dell’effectiveness, il disegno di studio prescelto è uno studio epidemiologico con reclutamento prospettico dei pazienti e analisi del rischio attraverso modelli multivariati (stepwise variable selection e altri modelli) .
Il gruppo proponente (del Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera, GISIO, della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, SItI) ha maturato esperienza in questo campo attraverso la costituzione della rete SPIN-UTI (Sorveglianza Prospettica Infezioni Nosocomiali in Unità di Terapia Intensiva) per assicurare la standardizzazione delle definizioni, della raccolta dei dati e delle procedure di feedback al fine di contribuire al benchmark europeo e migliorare la qualità dell’assistenza nelle UTI in un contesto multicentrico (Agodi et al., 2010). Il disegno del progetto SPIN UTI per la valutazione del rischio di ICPA nei pazienti critici si basa su quello del protocollo HELICS-ICU, 2004 (versione 6.1), successivamente aggiornato con il protocollo europeo ECDC HAIICU (versione 1.01). In particolare, il progetto SPIN-UTI adotta il livello di sorveglianza 2 (patient-based surveillance) che è in
Le Infezioni Correlate alle Pratiche Assistenziali (ICPA) sono considerate l’evento avverso più frequente nell’ambito dell’assistenza sanitaria. Negli ultimi anni, in seguito alla crescente consapevolezza dell’importanza di tale problema, l’impatto causato da queste infezioni è diventato una priorità assoluta sull’agenda Europea di Sanità Pubblica (Kaier et al., 2011).
Le Unità di Terapia Intensiva (UTI) sono inevitabilmente associate con i più alti tassi di infezione nelle strutture sanitarie a causa dell’esposizione dei pazienti a fattori di rischio intrinseci (quali, ad esempio, la gravità della malattia o l’immunocompromissione) ed estrinseci (quali ad esempio, l’esposizione a procedure invasive quali la ventilazione meccanica o la cateterizzazione venosa centrale).
Un punto fondamentale è quindi quello di chiarire il contributo dei fattori di rischio associati all’infezione, sia intrinseci che estrinseci, nonché delle variabili di contesto in particolare quelle riconducibili agli aspetti organizzativi. I dati a disposizione sono ampiamente dipendenti dai metodi utilizzati per studiare le caratteristiche intrinseche dei pazienti, il tipo di infezione, e l’agente patogeno. Si rendono necessari studi su larga scala per fornire informazioni dettagliate su tutti questi fattori. Inoltre, sono necessarie tecniche statistiche e modelli avanzati di analisi del rischio, che tengano conto del tipo e della durata dell'esposizione (Lambert et al. , 2011).
L’identificazione dei fattori di rischio permette, infatti, di stabilire e differenziare quelli modificabili, su cui indirizzare gli interventi di controllo, da quelli non-modificabili ma predittivi, consentendo lo sviluppo di interventi mirati per ridurre il rischio di infezione.
La sorveglianza epidemiologica delle ICPA costituisce uno strumento importante per la gestione della qualità in ospedale e per la valutazione dell’efficacia degli interventi di controllo (Zuschneid et al., 2010). Da un punto di vista epidemiologico, mentre l'efficacia teorica – efficacy – viene valutata mediante studi randomizzati e controllati (Randomized Controlled Trials, RCT), l’efficacia operativa – effectiveness –definita come l'effetto di un intervento di Sanità Pubblica di cui sia già stata dimostrata l’efficacia teorica, viene analizzata mediante studi epidemiologici di coorte o caso-controllo, in quanto valuta l'effetto dell’intervento sulla popolazione a rischio. Gli studi di efficacia operativa valutano la pratica clinica e riflettono le circostanze della vita reale (Feinstein AR, 1985). Poiché l’obiettivo della presente ricerca è la valutazione dell’effectiveness, il disegno di studio prescelto è uno studio epidemiologico con reclutamento prospettico dei pazienti e analisi del rischio attraverso modelli multivariati (stepwise variable selection e altri modelli) .
Il gruppo proponente (del Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera, GISIO, della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, SItI) ha maturato esperienza in questo campo attraverso la costituzione della rete SPIN-UTI (Sorveglianza Prospettica Infezioni Nosocomiali in Unità di Terapia Intensiva) per assicurare la standardizzazione delle definizioni, della raccolta dei dati e delle procedure di feedback al fine di contribuire al benchmark europeo e migliorare la qualità dell’assistenza nelle UTI in un contesto multicentrico (Agodi et al., 2010). Il disegno del progetto SPIN UTI per la valutazione del rischio di ICPA nei pazienti critici si basa su quello del protocollo HELICS-ICU, 2004 (versione 6.1), successivamente aggiornato con il protocollo europeo ECDC HAIICU (versione 1.01). In particolare, il progetto SPIN-UTI adotta il livello di sorveglianza 2 (patient-based surveillance) che è in