Scene dalla tragedia - V ciclo di “Parole Alate” DARIO DEL CORNO E LA TRAGEDIA GRECA Nato il 3 marzo 1933, Dario Del Corno è scomparso il 28 gennaio 2010. Allievo di Raffaele Cantarella (e poi suo successore sulla cattedra di Letteratura greca presso l’Università degli Studi di Milano), è stato uno dei massimi studiosi di teatro classico. La grande novità del suo approccio critico è la restituzione del testo teatrale antico alla sua funzione di copione scenico: l’intelligenza della tragedia (ma anche della commedia) deve riconoscerne la natura di discorso pubblico, destinato all’effimero della performance nel contesto rituale del festival dionisiaco.
Proprio la sensibilità alla dimensione spettacolare della drammaturgia ha progressivamente avviato Dario Del Corno a un’esperienza di teatro militante. A partire infatti dall’inizio degli anni ’80 egli intraprende un’intensa collaborazione con fondazioni teatrali, compagnie e registi, per la messa in scena di drammi antichi (o comunque classici). Le sue traduzioni e i suoi adattamenti sono molti e famosi: basti ricordare, per il Teatro Greco di Siracusa, l’Ifigenia in Tauride (in collaborazione con Vincenzo Consolo) per la regia di Lamberto Puggelli; la Medea per la regia di Peter Stein (poi ripresa al Teatro Antico di Epidauro: per la prima volta in un teatro greco viene messa in scena una tragedia in lingua italiana); il Prometeo incatenato per la regia di Luca Ronconi (poi ripreso dal Piccolo Teatro di Milano), l’Oreste per la regia di Piero Maccarinelli, il dramma satiresco Ciclope per i Filodrammatici di Milano, le Troiane per la regia e l’interpretazione di Adriana Innocenti, e l’Ifigenia in Aulide, per la regia di Memè Perlini, messe in scena dal Teatro Popolare di Roma, l’Alcesti e l’Antigone per il regista Walter Pagliaro. Con Glauco Mauri e Roberto Sturno Del Corno cura allestimenti delle tragedie sofoclee Edipo Re , Edipo a Colono, Filottete, del Faust di Goethe, del Don Giovanni di Molière, del Re Lear, della Tempesta e del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, poi ripreso per cinque anni da Teatridithalia con Elio de Capitani e Ferdinando Bruni. Dal 1987 al 1995 collabora con la scuola di Teatro di Giorgio Strehler, tenendo lezioni di storia del teatro. Più o meno negli stessi anni, è direttore di «Dioniso», la rivista dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico.
Del Corno non si è occupato solo di teatro, ma di anche molti altri temi della civiltà letteraria antica. Ma, come ha detto Eva Cantarella, l’aspetto più affascinante della sua personalità «è stata la capacità di parlare del mondo classico con linguaggi diversi da quelli ai quali si affida tradizionalmente l’accademia». Grande comunicatore e divulgatore, ha contribuito a diffondere la conoscenza dei classici con cicli di lezioni nei licei (per i quali ha scritto un manuale di letteratura greca, amatissimo dagli studenti) e con la formula delle “lezioni spettacolo” (un format di sua invenzione, presto imitato). Grazie a giornali come il «Corriere della Sera» e il «Sole 24 ore» Dario Del Corno ha pure saputo parlare dei classici suscitando l’interesse del vasto pubblico.