Canone letterario e lessico delle emozioni nel Medioevo europeo: un network di risorse on line (bibliografia, manoscritti, strumenti multimediali)
Progetto Compito dell'unità milanese sarà l'identificazione e l'analisi del Canone letterario volgare europeo del Medioevo, con speciale focalizzazione sui testi gallo-romanzi e ibero-romanzi, e lo studio del suo articolarsi nel tempo. La nozione di “canone” è da intendere nel senso di insieme di opere dotate di maggior successo e forza modellizzante entro ciascun genere, e anche al di là dello stesso, al punto da essere considerate fondative della cultura romanza medievale, insieme ai capisaldi della tradizione latina. Un canone privo della sanzione istituzionale offerta dalla scuola, e perciò più dinamico di quello latino, ma altrettanto presente nell'esperienza letteraria dei contemporanei: un paradigma di riferimento articolato anzitutto per opere, e in subordine per autori e generi, i cui confini esatti non sono mai stati definiti con precisione o sono difficilmente individuabili. La ricognizione di tale repertorio di testi, complesso e dinamico, andrà compiuta entro il panorama letterario volgare dalle origini al III quarto del XIV secolo, censito in repertori settoriali a stampa e digitali, e si muoverà lungo tre distinte direttrici di ricerca.
1 - Esame del patrimonio librario medievale superstite
Un punto fondamentale della ricerca riguarderà la consistenza manoscritta delle opere: prendendo in considerazione il numero dei testimoni, lungo un arco di tempo che potrà estendersi fino a tutto il XV secolo, si otterrà un primo parametro, puramente quantitativo, del successo dei testi, pur tenendo in conto che il numero dei manoscritti medievali superstiti è solo una piccola parte di quanto realmente prodotto all'epoca. In secondo luogo la localizzazione e la distribuzione cronologica delle copie, specie se realizzate fuori dall'area di produzione originaria, aiuteranno a chiarire le modalità del successo di ciascun testo (o di “costellazioni” di testi omogenei) presso i diversi centri di cultura e i vari tipi di pubblico, anche extranazionali, e il mutare di tale affermazione nel tempo. Un'ulteriore fonte di conoscenza per questo tipo di indagine sarà costituita dai cataloghi antichi e da altri documenti relativi a biblioteche aristocratiche, ecclesiastiche
e borghesi, successivamente disperse o confluite in altre raccolte.
2 - Le dinamiche testuali del canone
La seconda linea di ricerca approfondirà le dinamiche testuali delle opere, cioè la loro capacità di sollecitare traduzioni, adattamenti, rifacimenti, parodie: sintomi del fatto che tali testi non solo hanno vitalità, ma che ad essi si riconosce un valore canonico, anche quando non riferibili a una personalità d'autore nettamente delineata.
3 - La percezione medievale del canone
Secondo un'ulteriore direttrice, la percezione medievale del canone sarà verificabile attraverso la ricorrenza del titolo di un'opera o del nome di un autore in altri testi letterari (ad es. la «Commedia» o, in una prospettiva parodica, gli “ensenhamens” ai giullari), o in opere grammaticali o di teoria e storiografia letteraria medievale: quali il «De vulgari eloquentia», il «Breviari d'amor», il «Proemio e carta» del Marqués de Santillana, l'«Arte de trovar» galego-portoghese. Si esamineranno tanto le opere originarie quanto le loro riscritture per tagli sincronici: si tenterà cioè di verificare in che modo, a una data altezza cronologica, la quantità e la distribuzione dei dati raccolti indichi il mutamento del canone in direzione ‘europea', e cioè il suo imporsi anche all'esterno dell'area romanza (ad es. in area germanica e medio inglese). Potrà inoltre essere presa in considerazione, per campioni, la fortuna europea di alcuni autori italiani (da Boccaccio a Domenico Cavalca in Francia e Spagna). L'analisi dei dati raccolti farà emergere l'evoluzione del “Canone antico” (per singola area linguistica e, nei casi più rilevanti, per l'area complessi
1 - Esame del patrimonio librario medievale superstite
Un punto fondamentale della ricerca riguarderà la consistenza manoscritta delle opere: prendendo in considerazione il numero dei testimoni, lungo un arco di tempo che potrà estendersi fino a tutto il XV secolo, si otterrà un primo parametro, puramente quantitativo, del successo dei testi, pur tenendo in conto che il numero dei manoscritti medievali superstiti è solo una piccola parte di quanto realmente prodotto all'epoca. In secondo luogo la localizzazione e la distribuzione cronologica delle copie, specie se realizzate fuori dall'area di produzione originaria, aiuteranno a chiarire le modalità del successo di ciascun testo (o di “costellazioni” di testi omogenei) presso i diversi centri di cultura e i vari tipi di pubblico, anche extranazionali, e il mutare di tale affermazione nel tempo. Un'ulteriore fonte di conoscenza per questo tipo di indagine sarà costituita dai cataloghi antichi e da altri documenti relativi a biblioteche aristocratiche, ecclesiastiche
e borghesi, successivamente disperse o confluite in altre raccolte.
2 - Le dinamiche testuali del canone
La seconda linea di ricerca approfondirà le dinamiche testuali delle opere, cioè la loro capacità di sollecitare traduzioni, adattamenti, rifacimenti, parodie: sintomi del fatto che tali testi non solo hanno vitalità, ma che ad essi si riconosce un valore canonico, anche quando non riferibili a una personalità d'autore nettamente delineata.
3 - La percezione medievale del canone
Secondo un'ulteriore direttrice, la percezione medievale del canone sarà verificabile attraverso la ricorrenza del titolo di un'opera o del nome di un autore in altri testi letterari (ad es. la «Commedia» o, in una prospettiva parodica, gli “ensenhamens” ai giullari), o in opere grammaticali o di teoria e storiografia letteraria medievale: quali il «De vulgari eloquentia», il «Breviari d'amor», il «Proemio e carta» del Marqués de Santillana, l'«Arte de trovar» galego-portoghese. Si esamineranno tanto le opere originarie quanto le loro riscritture per tagli sincronici: si tenterà cioè di verificare in che modo, a una data altezza cronologica, la quantità e la distribuzione dei dati raccolti indichi il mutamento del canone in direzione ‘europea', e cioè il suo imporsi anche all'esterno dell'area romanza (ad es. in area germanica e medio inglese). Potrà inoltre essere presa in considerazione, per campioni, la fortuna europea di alcuni autori italiani (da Boccaccio a Domenico Cavalca in Francia e Spagna). L'analisi dei dati raccolti farà emergere l'evoluzione del “Canone antico” (per singola area linguistica e, nei casi più rilevanti, per l'area complessi