Insetti e globalizzazione: controllo sostenibile di specie esotiche in ecosistemi agro-forestali (GEISCA)
Progetto L'introduzione di artropodi esotici in un nuovo habitat è considerata una delle più gravi minacce per la perdita di biodiversità per i danni economici, all'ecosistema e alla salute dell'uomo. Le specie aliene possono occupare nicchie ecologiche scoperte e possono diffondersi facilmente provocando danni ingenti se non trovano, almeno nella fase iniziale della colonizzazione, limitatori naturali in grado di contrastarli. Poiché nel tempo possono instaurarsi nuove associazioni tra le specie esotiche e i parassitoidi autoctoni obiettivo dell'unità di ricerca è quello di avviare, o in alcuni casi proseguire, la ricerca di eventuali nemici naturali autoctoni di tre specie esotiche di origine asiatica, presenti sul territorio lombardo associate a piante di rilevante importanza per la loro produzione fruttifera e per le loro funzioni paesaggistiche al fine di valutarne la composizione faunistica, la presenza sul territorio, la loro efficacia e variabilità nel tempo. Le specie che si intendono indagare sono: Dryocosmus kuriphilus (Hym. Cinipidae), Drosophila suzukii (Dipt. Drosophylidae) e Psacothea hilaris (Col. Cerambycidae). Dryocosmus kuriphilus attacca le piante del genere Castanea ed è ritenuto uno dei più dannosi fitofagi di tale genere a livello mondiale. Rinvenuto in Italia nel 2002, è diffuso oggi su tutta la penisola. Data l'importanza della lotta biologica nei confronti di questo fitofago diffuso soprattutto in aree forestali, si ritiene fondamentale continuare le ricerche sui limitatori anche in Lombardia, associando lo studio di aree prettamente castanicole ad altre caratterizzate dalla presenza di querce o di altre essenze fonte di insetti galligeni e di parassitoidi che potrebbero spostarsi su D. kuriphilus. Attenzione particolare sarà rivolta a Torimus flavipes, specie ritenuta degna di nota in altre regioni italiane. Infeudata ai fruttiferi è invece Drosophila suzukii, specie polifaga altamente dannosa per l'elevato tasso di riproduzione (10-13 generazioni annue), la capacità di diffusione degli adulti e la disseminazione attraverso il commercio di parti vegetali infestate e la difficoltà nel rilevamento precoce delle infestazioni. In grado di attaccare frutti sani in prossimità della maturazione, risulta estremamente difficile da controllare con metodi chimici. Pertanto l'attenzione sarà rivolta oltre che all'individuazione di nemici naturali e allo studio della loro biologia nonché alla possibilità di allevamento, all'approfondimento dello studio di alcune fasi del ciclo