I riflessi della legislazione europea in tema di ambiente di lavoro: emersione di nuovi soggetti responsabili della salute e sicurezza del lavoratore ed incidenza sulla concezione dogmatica dell’obbligazione di sicurezza datoriale.
Progetto Nel più ampio ambito degli studi in tema di obbligo datoriale di sicurezza (art. 2087 c.c.), la ricerca intende soffermarsi sulle conseguenze derivanti dall’ampliamento dei soggetti responsabili per legge.
Negli anni recenti si è assistito ad un arricchimento dell'originario obbligo di sicurezza datoriale in seguito alle innovazioni introdotte dalla normativa comunitaria in materia.
Nel nuovo quadro giuridico, non è azzardato ritenere che il profilo della sicurezza del lavoratore quale oggetto di un'obbligazione contrattuale di tutela da parte del datore di lavoro costituisca solo uno dei profili. Infatti, la direttiva quadro n. 361 del 1989 in tema di ambiente di lavoro, nel confermare che il responsabile principale dell'integrità psico-fisica del lavoratore è l'imprenditore, ha moltiplicato i soggetti che devono concorrere alla minimizzazione degli incidenti e delle malattie e del miglioramento del livello di benessere psichico e di realizzazione sociale, anche come cittadino, del lavoratore.
Infatti, la citata direttiva 361/1989 (recepita col D.Lgs. 626/1994 e di recente trasfusa nel T.U. 81/2008) attribuisce specifiche funzioni nell’individuazione dei rischi e nella definizione delle misure di sicurezza e prevenzione a soggetti nuovi, come il "responsabile del servizio di prevenzione e protezione", il "responsabile dei lavoratori per la sicurezza", il "medico competente", indicando anche le autorità pubbliche incaricate della tutela dell'ambiente di lavoro (in Italia, i competenti servizi delle ASL).
Si verifica così una moltiplicazione dei soggetti coinvolti nella protezione dell'integrità psicofisica del lavoratore che implica l’abbandono dello schema classico secondo cui l'obbligo "datoriale" di sicurezza è configurato come un’obbligazione di diritto civile.
Tale quadro normativo, che rispecchia sistemi avanzati di occupational health, ad oggi risulta privo di un approfondimento dottrinale e giurisprudenziale.
L'attualità del tema è, quindi, incontrovertibile, specie se si considerano, da un lato, l’esigenza sociale di conseguire l’innalzamento degli standards di sicurezza, la garanzia del benessere psicologico e la prevenzione dello stress. E, dall’altro, il “corto circuito giuridico” causato dall'introduzione nel 2007 – tra i reati comportanti responsabilità “penale” degli enti – delle fattispecie di lesione ed omicidio colposo per violazione delle norme sulla sicurezza, il cui fulcro è dato dalla prova della preventiva adozione di un'organizzazione efficiente per la prevenzione del danno.
Si cercherà pertanto di ricostruire un quadro sistematico dei ruoli rispettivamente assunti dai soggetti coinvolti nella sicurezza, compresa la P.A., anche alla luce della numerosa giurisprudenza penale e delle disposizioni dei contratti collettivi in materia.
I risultati della ricerca si prevede siano pubblicati su una rivista nazionale e, in versione semplificata, su una rivista di diritto del lavoro internazionale.