L'angioedema Ereditario (AEE) è dovuto a mutazioni che modificano uno dei due alleli codificanti per C1 inibitore (C1-INH). Ne consegue una riduzione dell'attività funzionale plasmatica di C1-INH che, però è nettamente al di sotto di quel 50% del normale che ci si aspetterebbe in presenza di un difetto eterozigote. Le ragioni di ciò non sono chiare. Nei soggetti con AEE, C1-INH ha un’emivita leggermente inferiore a quella rilevabile nei soggetti normali, ma questo non sembra sufficiente a spiegare la profonda deplezione funzionale. D’altra parte, dati precedenti del nostro gruppo (Pappalardo et. Al. J.Allergy Clin Immunol. 2004; 114: 638-644) sembrano indicare che l’allele normale è ipoespresso in presenza dell’allele mutato. Noi seguiamo attualmente una casistica di circa 500 soggetti con AEE appartenenti ad oltre 200 nuclei familiari. Le mutazioni responsabili della malattia sono eterogenee al punto che solo in rari casi la stessa mutazione è presente in nuclei familiari indipendenti. Scopo della ricerca è confermare l’ipotesi di una ridotta espressione dell’allele normale codificante per C1-INH nei soggetti con AEE. Ciò, oltre che ampliare le conoscenze sui meccanismi molecolari responsabili della malattia, potrebbe avere una ricaduta terapeutica in quanto è noto che con livelli funzionali di C1-INH attorno al 50% del normale la malattia rimane clinicamente silente. Una larga parte delle mutazioni associate all’AEE nei gruppi familiari da noi seguiti è stata da noi già identificata (Pappalardoet al. Mol Immunol 2008: 45: 3536-3544). Circa il 70% delle mutazioni associate ad AEE consente un processo di trascrizione verificabile col fatto che la stessa mutazione presente a livello genomico si ritrova nel cDNA ottenuto dai monociti dei pazienti. Previa identificazione delle mutazioni che consentono e non consentono la trascrizione dell’mRNA, noi valuteremo su cDNA l’espressione allelica (normale/mutato) delle mutazioni trascritte. Su tutte le mutazioni valuteremo in real-time PCR i livelli di mRNA per C1-INH normalizzati per diversi geni “house keeping”. Paragonando i livelli quantitativi di mRNA nei due gruppi di pazienti e nei soggetti normali ci attendiamo, se è vera l’ipotesi di lavorom, che l’allele non mutato sia ipoespresso e quindi che i soggetti con mutazione trascritta abbiano livelli ridotti rispetto al normale (idealmente 50% del normale) e quelli con mutazione non trascritta livelli ulteriormente ridotti (idealmente 25% del normale). Considerata l’ampia variabilità inter- ed intraindivuo nei livelli di mRNA lo studio sarà basato su almeno 10 soggetti in ogni gruppo e su 3 campioni per ciascun soggetto prelevati in 3 occasioni diverse.