Il presente progetto si propone di affrontare – ad ampio raggio e in chiave propositiva – le non poche criticità che il processo penale italiano – a vent’anni dall’introduzione nel nostro Paese, con il codice del 1988, del rito accusatorio – tende ad evidenziare sia in chiave strutturale, che applicativa. In questa prospettiva, sembra opportuno scandagliare, in primo luogo, nel quadro di un generale ripensamento degli equilibri di matrice adversary, le disarmonie presenti nelle singole fasi processuali, anche nell’ottica dei progetti di riforma attualmente all’esame del Parlamento. Inoltre, in un secondo angolo prospettico, si ritiene di dover approfondire la tematica dei soggetti processuali, anch’essa interessata da istanze di modifiche sistematiche, in ragione della sua centralità nell’impianto codicistico.
Restano, ovviamente sullo sfondo - e dunque necessiteranno di un’attenta analisi - i contributi e le sollecitazioni provenienti dal panorama sovranazionale, in particolar modo comunitario, i quali chiamano, sempre più spesso, l’interprete italiano a confrontarsi con le esperienze maturate in ordinamenti di tradizioni giuridiche diverse, oltre che con gli insegnamenti della Corte di giustizia delle Comunità europee e della Corte europea dei diritti dell’uomo.