Libertà di religione e diritto ai luoghi di culto: i poteri pubblici alla prova del pluralismo religioso
Progetto Presupposti e descrizione. La possibilità di riunirsi per pregare e compiere atti di culto sta al cuore del diritto di libertà religiosa. Essa è stata guadagnata in Europa a caro prezzo. Oggi l’ordinamento giuridico di gran parte dei paesi europei, memore della propria storia, garantisce ai fedeli di qualsiasi religione il diritto di avere un proprio luogo di culto con le sole limitazioni previste per il numero elevato delle persone.
A questo risultato si è giunti rompendo il nesso tra disponibilità del luogo di culto ed assetto dei rapporti Stato-Chiesa, che aveva storicamente penalizzato le confessioni religiose di minoranza. Al suo posto è stato stabilito un collegamento diretto tra tale disponibilità ed il diritto di libertà religiosa. In altre parole: la possibilità di avere un luogo di culto discende dal diritto di libertà religiosa che spetta ad ogni persona e quindi va garantita a tutti, indipendentemente dalla religione professata, dalla comunità religiosa di appartenenza e dai rapporti che la legano allo Stato. In questa prospettiva è compito dei pubblici poteri garantire le condizioni necessarie perché i cittadini possano soddisfare le proprie esigenze religiose attraverso la disponibilità di luoghi di culto.
Questo sistema giuridico è entrato in crisi prima con la comparsa dei “nuovi movimenti religiosi” poi con la crescita dell’immigrazione musulmana. La costruzione di luoghi di culto musulmani, in particolare, alimenta preoccupazioni per la sicurezza pubblica, la provenienza dei finanziamenti ed il controllo della comunità, per le attività non culturali che si svolgono nella moschea o nei locali annessi, le caratteristiche architettoniche degli edifici e per la loro incidenza sugli interessi di altre persone a causa ad es. del deprezzamento degli immobili vicini. Ugualmente rilevante è il problema dell’utilizzazione dei luoghi di culto dismessi: ci si chiede, infatti, se essi possano venire adibiti a qualsiasi uso (anche quelli più contrastanti con la loro originaria destinazione) oppure se le caratteristiche esterne di luogo di culto richiedano una normativa volta ad escludere alcune destinazioni.
La ricerca persegue 3 obiettivi: (1)analizzare la normativa che in alcuni paesi europei disciplina la materia in questione; (2)studiare la normativa e la prassi amministrativa italiana; (3)elaborare proposte per risolvere i problemi connessi alla costruzione dei luoghi di culto in Italia, nonché all’utilizzazione di quelli dismessi.
Il metodo della ricerca prevede: (a)il coinvolgimento di studiosi stranieri, incaricati di preparare rapporti sulla normativa vigente in Spagna, Francia, Belgio e Austria; (b)lo svolgimento di un’analisi approfondita della normativa italiana; (c)la creazione di un gruppo di ricerca composto da giovani studiosi incaricati di valutare le prassi amministrative di alcuni Comuni italiani. Questo gruppo lavorerà per l’intera durata della ricerca.