Effetto dell'inibizione delle proteinchinasi C (PKC) su alcune caratteristiche fenotipiche e funzionali di neutrofili umani: studio ex vivo in pazienti con psoriasi.
Progetto Le PKC svolgono un ruolo importante nella trasmissione di segnali intracellulari, nella proliferazione e differenziazione, nella migrazione, sopravvivenza e morte cellulare. Di recente è stata rivolta particolare attenzione ad alcune isoforme di PKC coinvolte nell’attivazione e proliferazione delle cellule immunocompetenti e quindi potenziali target per nuove terapie di malattie autoimmuni. La molecola AEB071 è un prodotto chimico di sintesi con attività inibente l’attivazione dei linfociti T, inibizione mediata dalla sua attività inibente su diverse isoforme di PKC in particolare per le isoforme α, β, θ. Il nostro Centro di Dermatologia e Reumatologia è stato inserito in un gruppo di 5 centri nazionali per la valutazione dell’efficacia clinica di AEB071 in pazienti con psoriasi. Per questo studio in aperto, (approvato dal Comitato etico ASL Milano il 17/07/2009) verranno arruolati 6 soggetti con psoriasi, PASI pari a >= 12. La somministrazione per os di AEB071 inizierà dopo un periodo di wash out delle altre terapie in atto con eccezione di emollienti. Questo studio offre la possibilità di approfondire in ex vivo i meccanismi d’azione di AEB071 sulle cellule immunocompetenti. In particolare il nostro interesse sarà rivolto alla valutazione di alcune caratteristiche fenotipiche e funzionali delle cellule fagocitiche, dei linfociti T e linfociti B in questi pazienti. L’ipotesi alla base di questo studio è quella che nei pazienti con psoriasi trattati con AEB071 si possa realizzare una down-modulazione funzionale delle cellule fagocitiche oltre che dei linfociti B e T. La definizione di tale possibile attività è a nostro avviso rilevante in quanto da un lato potrebbe aggiungere un ulteriore interpretazione sul meccanismo d’azione anti-infiammatorio della molecola ma dall’altro potrebbe segnalare un possibile stato di immunosoppressione con potenziale incremento del rischio infettivo. Le cellule fagocitiche verranno valutate in vitro per: capacità di migrazione di neutrofili (filtri porosi); espressione di molecole di adesione e recettori chemochinici (immunofluorescenza diretta); produzione di citochine in vitro (IL-8, TNF-α, IL-1β); produzione di radicali liberi dell’ossigeno (chemiluminescenza). I linfociti verranno valutati in vitro per: analisi citofluorimetrica per l’espressione di antigeni di superficie con anticorpi monoclonali coniugati anti-CD3, -CD4, -CD8, -CD19, -CD56, -CD14, -CD11b, -CD69, -CD71, -CD25, -TLR2, -TLR-4, -CXCR3, -CD86; valutazione della risposta T antigene-specifica e a superantigeni (TSST-1 o influenza nucleoprotein in presenza di anticorpo anti-CD28 e di anti-CD49d); analisi di produzione di citochine e immunoglobuline da parte dei linfociti B dopo stimolazione in vitro CpG + IL-2 o SAC (Staphylococcus Aureus Cowan) bacteria. Dopo 24-48 ore, vengono raccolti i supernatanti per la misurazione di citochine Th1/Th2 e Th17 mediante analisi citofluorimetrica utilizzando Cytokine Bead Array kit.