Debito sovrano e fragilità sistemica: sostenibilità, default, rinegoziazione; un’analisi teorica ed empirica tra passato e presente.
Progetto I costosi e in larga misura imprevisti interventi pubblici a sostegno del settore privato nella recente crisi finanziaria ripropongono il problema del peso di un debito pubblico elevato e crescente, della sua sostenibilità nel lungo periodo, del rischio di default e delle conseguenze di quest’ultimo. Il progetto ha per obiettivo l’analisi sia teorica che empirica dei problemi legati a dinamiche insostenibili del debito pubblico e del default dei debitori sovrani. Dal punto di vista empirico il gruppo di ricerca si propone di fondere l’approccio storico e quello econometrico, anche attraverso l’analisi storica comparata dei principali episodi di default, soprattutto quelli occorsi nei Paesi emergenti con mercati finanziari evoluti negli ultimi anni e nel secolo scorso. I principali interrogativi a cui si vuole rispondere sono: Cosa determina una dinamica insostenibile del debito? Quali caratteristiche delle economie emergenti e dei loro sistemi creditizi precludono loro i livelli di indebitamento dei paesi industrializzati? Che legame esiste tra la tendenza al sovra-indebitamento privato, sovrainvestimento da bolla, e debito pubblico? Quali sono gli eventi scatenanti o gli elementi/variabili a cui sono riconducibili le decisioni di default da parte di Stati sovrani? Quali sono gli ostacoli alla rinegoziazione del debito in default? Come influisce sulla rinegoziazione del debito la sua struttura per detentore e, in particolare, la sua composizione tra creditori interni o esteri e tra creditori dispersi o concentrati in poche istituzioni finanziarie? Come risolvere il trade-off tra la necessità di facilitare il riaccesso ai mercati finanziari da parte degli Stati in bancarotta e la necessità di ridurre il problema del rischio morale?
Mentre dal punto di vista teorico è molto arduo affrontare più problemi simultaneamente, l’analisi empirica e storica permette di avere un quadro d’insieme più ampio, e di comprendere meglio le complesse interazioni tra “political economy” e comportamenti ottimizzanti degli agenti economici, ivi incluse le Istituzioni Finanziare Internazionali come IMF e Banca Mondiale. D’altra parte, un approccio teorico basato sulle asimmetrie informative e sulla teoria degli incentivi nelle relazioni contrattuali ripetute, offre nuove chiavi di lettura dei fatti storici e dei comportamenti reali.
La parte empirica si avvarrà di tecniche econometriche standard per l'analisi di panel data e di serie storiche. Le fonti di dati principali sono costituite da banche dati su indebitamento dei Paesi emergenti, tassi d'interesse e variabili macroeconomiche dell' IMF, dell'OCSE (per il paragone con le economie sviluppate), delle Banche Centrali dei vari Paesi (in particolare America Latina), e della Banca Mondiale.