Il progetto intende studiare il tema della cittadinanza, con particolare attenzione al profilo della concessione della cittadinanza agli stranieri extracomunitari e alle conseguenze che ciò può determinare nell’esercizio dei diritti civili e politici.
L’obiettivo della ricerca è, anzitutto, quello di verificare se la legislazione attualmente vigente (l. n. 91 del 1992), prevalentemente fondata sul criterio dello ius sanguinis, sia idonea a venire incontro alle esigenze poste dalla crescita dell’immigrazione; o, se, al contrario, sia opportuno rivedere i requisiti necessari per l’acquisto della cittadinanza. In particolare, si tratta di verificare l’idoneità dei requisiti per ottenere la cd. naturalizzazione, per quanto concerne sia i tempi di permanenza nel territorio nazionale, sia la verifica della reale integrazione linguistica e sociale nel nostro Stato, chiedendosi, ad esempio, se sia legittimo e opportuno imporre il giuramento di fedeltà alla Repubblica (Grossi 1970).
Inoltre, si intende verificare se sia opportuno prevedere casi in cui debba operare il criterio dello ius soli, soprattutto per venire incontro alla posizione degli immigrati di cd. seconda o terza generazione.
La ricerca si propone di analizzare il tema della concessione della cittadinanza agli stranieri extracomunitari anche per ciò che concerne i riflessi di questa scelta sull’esercizio dei diritti costituzionali, E’ noto, infatti, che, mentre cittadini e stranieri sono parificati nel godimento dei diritti inviolabili, l’estensione dei diritti politici è strettamente connessa all’acquisto dello status di cittadino.
L’analisi di queste problematiche appare di particolare rilevanza qualora l’esito della ricerca si indirizzasse nel senso di non ampliare o, comunque, non estendere in modo significativo, i requisiti per l’acquisto della cittadinanza. Tale soluzione aprirebbe, infatti, la strada ad una diversa riflessione, relativa all’istituzione della cd. cittadinanza civile o civica, intesa quale nucleo di diritti e doveri fondamentali destinati ad essere acquisiti gradualmente dal migrante ancora privo dei requisiti necessari all’ottenimento dello status di cittadino, ma stabilmente residente nel territorio dello Stato. L’istituto, diretto alla promozione dell’integrazione dei cittadini extracomunitari, attribuirebbe ai non cittadini l’accesso ad alcuni istituti di partecipazione politica, quali, ad esempio, il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni locali. Il tema coinvolge problematiche di sicuro interesse costituzionalistico, quali, ad esempio, la conformità (Cuniberti 1997; Bonetti 2003) o meno (Mortati 1975; Biscaretti Di Ruffia 1979) all’art. 48 della Costituzione di tali previsioni, o, ancora, la scelta della fonte per mezzo della quale operare una simile introduzione, come la revisione costituzionale (D’Orazio1992; Lanchester 1993) o la legge ordinaria (Luciani 1992; Cuniberti 1997; Grosso 2001; Pace 2003).